Il prodotto interno lordo, tra luglio e settembre di quest’anno, è calato più del previsto. L’Istat ha rivisto al ribasso la variazione tendenziale del Pil nel terzo trimestre, comunicando che rispetto allo stesso periodo del 2013, l’economia italiana si è contratta dello 0,5%, contro il calo dello 0,4% stimato il 14 novembre. Se il confronto è con i tre mesi precedenti, invece, la riduzione risulta essere dello 0,1%. Se nell’ultima parte dell’anno nulla cambiasse, cioè si registrasse una variazione nulla, il Pil 2014 risulterebbe in discesa dello 0,4% e non dello 0,3% stimato a metà novembre, che corrisponde anche alla previsione del governo Renzi inserita nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Cioè la stima su cui si basa anche l’impalcatura della legge di Stabilità.
Il terzo trimestre del 2014 ha visto i consumi finali registrare una variazione nulla, con la spesa delle famiglie residenti che è aumentata dello 0,1% e quella della Pubblica amministrazione che è scesa dello 0,3%. Gli investimenti fissi lordi sono scesi dell’1% a causa di una flessione della spesa per macchine, attrezzature e altri prodotti (-0,5%), per mezzi di trasporto (-4,9%) e degli investimenti in costruzioni (-0,9%). Le importazioni sono diminuite dello 0,3% e le esportazioni sono aumentate dello 0,2%. Male sia il valore aggiunto dell’agricoltura (-0,1%) sia quello dell’industria (-0,6%), ma soprattutto delle costruzioni (-1,1%), mentre il valore aggiunto dei servizi è rimasto stazionario. In termini tendenziali, cioè rispetto allo stesso trimestre del 2013, il valore aggiunto è diminuito in tutti i principali comparti: -3,5% nelle costruzioni, -1,1% nell’industria in senso stretto, -1,3% nell’agricoltura e -0,1% nei servizi.