Le vittime sono donne tra i 18 ai 50 anni. Il questore: "E’ importante invece che le vittime si facciano avanti e parlino con i nostri agenti"
Statura media, magro, capelli scuri. Occhi scuri e a mandorla. Età fra i 20 e il 25 anni. Indossa scarpe da ginnastica, maglietta o camicia senza maniche e porta un berretto. E’ l’identikit, ufficioso ma ritenuto attendibile del maniaco che da mesi preoccupa Genova. Da gennaio ad oggi il giovane senza nome ha compiuto almeno 17 aggressioni a sfondo sessuale. Le vittime sono donne tra i 18 ai 50 anni. Le aggredisce alle spalle, le immobilizza, le scaraventa a terra o le spinge in un vicolo. Poi le violenta o tenta di farlo. Il criminologo Gian Franco Pallanca ha tracciato un ritratto psicologico del maniaco: “Una persona profondamente immatura, che ha un disperato bisogno di contatto e non è in grado di esprimere la sua sessualità in maniera piena. Una persona che paga, probabilmente, il fatto di avere avuto un padre assente o tirannico, che non lo ha fatto crescere”.
Le donne che hanno subito l’assalto in genere sono riuscite a divincolarsi e a dare l’allarme mettendo in fuga il molestatore. Una di loro, attaccata in via Castello, un vicoletto nella parte antica di Sampierdarena, ha dichiarato di averlo visto bene in faccia. Quando il maniaco l’ha aggredita sotto casa, tentando di spogliarla: “Volevo divincolarmi dalla sua presa – ha dichiarato Belen P., 18 anni, al “Secolo XIX” – e a un certo punto mi sono girata. Ero a pochi centimetri dalla sua faccia. Non la scorderò mai. Il viso affiliato, i lineamenti da ragazzo, lo sguardo assatanato e pazzo”. Belen ha raccontato di aver incontrato di nuovo il suo aggressore due settimane dopo il primo episodio di volenza. Nella centralissima via Cantore, alla fermata del bus. Aveva un occhio nero, il solito cappellino in testa e stava scrivendo con il cellulare o forse fingeva di farlo. La giovane ha chiamato il marito che le ha suggerito di non muoversi. Quando l’ha raggiunta, il maniaco si è accorto della coppia che lo osservava e se n’è andato prima dell’intervento dei carabinieri che erano stati chiamati dal marito di Belen.
L’aggressione era avvenuta a settembre, tuttavia la donna ha sporto denuncia solo dopo aver letto sui giornali che altre, come lei, erano state vittima della stessa aggressione. La squadra mobile della Questura di Genova ha accertato che sono almeno 17 gli episodi che lo hanno visto protagonista, la maggior parte è avvenuta a Sampierdarena. Tra via Cantore, via Gioberti, Via Buranello, Via Castelli, Via delle Franzoniane e salite inferiore Salvator Rosa, si sono consumati ben undici tentativi di violenza sessuale ai danni di studentesse, bariste, casalinga, passanti che rincasavano a ora tarda dopo una giornata di lavoro. Altri due episodi si sono verificati a Sestri Ponente (un’amica di Belen ha riconosciuto il maniaco nella descrizione fatta dall’amica) e due a Rivarolo, nella Bassa Valpolcevera. Dubbi due episodi registrati a bordo di altrettanti treni regionali in transito a Voltri e a Cogoleto. In tutto quindi gli episodi attribuibili al maniaco del cappellino sono almeno 17.
Il questore di Genova, Vincenzo Montemagno ha rivolto un appello: “Apprendo dai giornali che molti degli episodi non erano mai stati denunciati. E’ importante invece che le vittime si facciano avanti e parlino con i nostri agenti, anche in via confidenziale. Raccontare un fatto o descrivere ciò che si è visto può fornire spunti importanti e nuovi per le indagini”.