In extremis, all’ultimo secondo il Napoli trova il gol di un pareggio preziosissimo. Il Monday night di Genova finisce 1-1, dopo che la Sampdoria di Mihajlovic aveva accarezzato (e probabilmente meritato) a lungo la vittoria: il vantaggio di Eder, l’espulsione di Koulibaly e una prestazione tutta corsa e determinazione sembravano aver messo in cassaforte i tre punti. Invece, nonostante la superiorità numerica e gli scongiuri in tribuna del presidentissimo Ferrero, un colpo di testa di Duvan Zapata ha gelato Marassi a tempo scaduto. E ricacciato in dietro al quinto posto i padroni di casa, anche se per la qualificazione in Champions League ancora non ci sono favoriti.
In partenza due mosse a sorpresa (ma fino a un certo punto, qualche indicazione dalla vigilia era arrivata): il Napoli si presenta con Goulham avanzato sulla linea dei trequartisti; Mihajlovic passa al 4-3-1-2, lasciando fuori Gabbiadini (uomo mercato, secondo voci nel mirino proprio del Napoli) e schierando Soriano alle spalle della coppia Eder-Okaka. La scelta di Benitez pare la più azzardata, e invece proprio l’algerino quasi segna di petto al 10’ con un buon inserimento in area, prima occasione del match. In realtà è un fuoco di paglia, il primo tempo non regala grandi emozioni. Il Napoli è timido e impacciato, cerca ripartenze che la quadrata Samp di Mihajlovic non concede quasi mai. E nell’unico caso in cui la linea doriana si fa sorprendere, Romero è bravissimo in uscita bassa su Higuain. I padroni di casa, invece, fanno la partita, ci mettono tanta intensità; ma sono po’ vittima della loro stessa frenesia e peccano troppo di imprecisione. Nel pressing che abbonda da entrambe le parti gli spazi si fanno claustrofobici, e lo spettacolo certo non ne beneficia. A Eder viene annullato un gol per posizione di netto fuorigioco; poi in una mischia furibonda in area partenopea nessuno trova la zampata vincente, neppure Soriano, contrastato da Inler e ammonito per proteste. I primi quarantacinque minuti non offrono altro.
Serve un guizzo per sbloccare il match, lo trova la Samp con Eder quasi subito nella ripresa: il brasiliano si gira in un fazzoletto e dal limite dell’area fulmina Rafael. E il gol che può far volare la Doria in zona Champions. Benitez lo capisce, e inserisce Mertens al posto di Britos, spaesato e ammonito, poi anche Jorginho per dare più qualità in mezzo al campo al posto di Inler. Cambia tutto perché adesso il Napoli deve prendere in mano la partita. E reagisce, si sveglia anche se con un’ora di ritardo: Hamsik crea qualcosa, Callejon e Higuain provano a pungere. Ma oltre ad alzare finalmente il ritmo e riversarsi nella trequarti avversaria, i partenopei concludono poco. La Samp, capace di correre senza sosta dal primo all’ultimo minuto, rischia solo per due trattenute in area (su Albiol all’inizio, su David Lopez alla fine della ripresa) che avrebbero potuto essere sanzionate con il rigore. E quando uno straripante Eder causa anche l’espulsione di Koulibaly, i giochi sembrano chiusi.
Invece Duvan Zapata, entrato appena da dieci minuti, trova il colpo vincente in mezzo all’area su un bell’assist dal fondo di Goulham. Finisce 1-1, e la testata dell’attaccante colombiano vale tantissimo per il Napoli: il punto conquistato a Genova è oro per i ragazzi di Benitez, che raggiungono al terzo posto il Genoa. Ammutoliti invece la Samp, Marassi e Ferrero, che già avevano pregustato la vittoria. Il pareggio lascia tutto aperto in vetta alla classifica: nel campionato alle spalle di Juventus e Roma, ancora non esiste una squadra favorita per la qualificazione in Champions League.