Un ulteriore peggioramento nella serata del primo dicembre, poi una nuova stabilizzazione del quadro clinico. Continua a essere riservata la prognosi per il medico di Emergency contagiato dal virus Ebola e ricoverato all’ospedale Spallanzani di Roma dopo essere stato rimpatriato dalla Sierra Leone. Attualmente, secondo i medici, la situazione, seppur grave, è tornata “sovrapponibile” a quello della giornata lunedì primo dicembre. Secondo quanto è stato comunicato il paziente inizierà un ulteriore trattamento con un farmaco sperimentale appena arrivato dall’estero. “Il tipo di farmaco sperimentale che verrà utilizzato per le cure del medico – hanno spiegato dallo Spallanzani – è stato ottenuto grazie ad una catena di supporto, in Italia costituita dal ministero della Salute, inclusa la rete degli uffici di sanità di frontiera Us (Usmaf) e di solidarietà istituzionale, con l’aiuto del coordinamento internazionale per la gestione di Ebola dell’Organizzazione Mondiale della Sanità“.
Intanto Medici Senza Frontiere ha lamentato gli scarsi risultati nella lotta contro il virus: “La risposta internazionale in Africa occidentale è stata lenta e frammentaria. I governi stranieri – hanno spiegato – hanno lasciato la maggior parte dell’azione concreta alle comunità locali, ai governi nazionali e alle Ong, che non hanno le competenze necessarie per la gestione di questa situazione”. “È stato estremamente deludente vedere che Stati con capacità di risposta ai disastri biologici abbiano scelto di non impiegarle per questa emergenza – ha dichiarato Joanne Liu, presidente di Medici Senza Frontiere – In tutta l’area – ha spiegato – non ci sono ancora strutture adeguate per l’isolamento e la diagnosi dei pazienti dove sono necessarie. In aree rurali della Liberia, per esempio, dove ci sono catene di trasmissione attive, non esistono mezzi di trasporto per i campioni di laboratorio”.