Ventiquattro ore prima Matteo Renzi in direzione Pd ha chiesto il voto per accelerare sulle riforme, ventiquattro ore dopo alla Camera è già tutto bloccato. La commissione Affari costituzionali non è ancora pronta infatti per votare gli articoli 1 e 2 del ddl Boschi, ovvero i nodi centrali del pacchetto che riguardano la composizione del nuovo Senato. Oggi i lavori si sono concentrati su tre articoli, lasciando da parte le altre tematiche. “Menomale che il premier voleva andare veloce”, hanno commentato alcuni deputati democratici all’uscita dei lavori.

Intanto il presidente del Consiglio dall’Algeria ha respinto l’ipotesi che l’Italicum possa essere legato al progetto di riforma costituzionale:  “E’ assolutamente inaccettabile il collegamento, come se l’abolizione del Senato fosse una forma di clausola da far condizionare l’entrata in vigore della legge elettorale. Possiamo immaginare una clausola che la fa entrare in vigore il primo gennaio 2016″.

Il leader Pd ha fretta, ma i lavori in Parlamento vanno lenti. Non c’è accordo con Forza Italia e i relatori ancora non sono pronti. Nel pomeriggio a Montecitorio, dopo lo stop ai lavori della commissione si è tenuto un lungo vertice governo-Pd-Fi nell’ufficio del presidente della commissione Francesco Paolo Sisto. Erano presenti il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, il sottosegretario Sesa Amici, il capogruppo Pd in commissione Emanuele Fiano e il segretario Ettore Rosato e il deputato di Fi Rocco Palese.

Al termine dell’incontro Fiano ha spiegato che ci sono dei nodi da sciogliere che hanno a che fare con i primi due articoli della riforma, ossia composizione e funzione legislativa del nuovo Senato e che si sta ragionando su tutte le ipotesi di possibili modifiche per trovare un’intesa. Mercoledì 3 dicembre si terrà l’ufficio di presidenza della commissione per definire il nuovo calendario dei lavori, anche se l’impegno di arrivare in Aula il 16 dicembre non sembra essere in discussione: “Contiamo di chiudere entro il 18″, ha detto Rosato, ricordando che subito dopo l’Aula di Montecitorio sarà impegnata con la terza lettura della legge di stabilità”.

I relatori non sono ancora pronti ad esprimersi su quali modifiche è possibile fare al testo. I primi due articoli sono quelli che si occupano della composizione del Senato e del procedimento legislativo. “Abbiamo scelto alcuni temi che consentiranno di affrontare gli argomenti più importanti e la discussione procede in maniera lineare e matura”, ha sottolineato il presidente della commissione Francesco Paolo Sisto.

Dal Movimento 5 stelle, Danilo Toninelli, ha attaccato “la maggioranza che fa ostruzionismo a se stessa perchè
non è capace di trovare una soluzione”. Ma dalla minoranza Pd c’è chi vede un problema politico anche dentro Forza Italia come causa dello stallo. Andrea Giorgis ha spiegato: “Noi abbiamo proposto, per il nuovo Senato, il modello tedesco, con componenti scelti solo tra i gli esponenti delle Regioni, senza sindaci. Dentro il Pd il clima è molto disteso ma Fi non ci da risposte, non si è pronunciata né in commissione né fuori e il governo ci ha fatto sapere che senza un consenso ampio il modello tedesco non si può prendere in considerazione”.

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