Le indagini per il sequestro e l’omicidio di Andrea Loris Stival si focalizzano sull’ambiente familiare. Sono emersi due elementi che spingono in questa direzione. Una quindicina tra carabinieri, poliziotti della Squadra mobile e della Scientifica hanno perquisito per tre ore la casa della famiglia Stival, per chiarire alcune incongruenze nel racconto della madre Veronica Panarello, 25 anni. Gli investigatori hanno portato via diari, quaderni e un computer. Servono a “ricostruire il profilo psicologico di Loris”, fa sapere l’avvocato degli Stival Francesco Villardita. Ma l’attenzione degli inquirenti si è concentrata anche su un video in particolare che getta nuova luce sul giallo del bambino di 8 anni scomparso da Santa Croce Camerina (Ragusa) e trovato morto a quattro chilometri di distanza, e smentirebbe la ricostruzione della donna che ha sempre sostenuto di aver accompagnato il figlio a scuola.
Sono le 8 di sabato 29 novembre. Il filmato di una telecamera di videosorveglianza – secondo fonti investigative qualificate – mostra la madre del piccolo che esce dalla casa di via Garibaldi insieme ai due figli. I tre salgono sulla Polo nera. Un quarto d’ora dopo, intorno alle 8 e 15, il mezzo viene nuovamente inquadrato sotto casa. Loris scende da solo e si avvia verso l’abitazione. Mentre la donna riparte – ipotizzano i detective – diretta alla ludoteca per lasciare il figlio piccolo di 4 anni. Dopo un altro quarto d’ora circa, l’auto verrebbe nuovamente ripresa dalle telecamere mentre entra nel garage sotto l’abitazione. Di Loris invece non rimane nessuna altra traccia nei filmati. Secondo alcune fonti, in questi frame, sarebbe stata catturata “una discussione” fra madre e figlio.
Crollerebbe così la prima versione fornita agli inquirenti da Veronica Panarello. La casalinga aveva riferito di aver lasciato alle 8 e 35 il piccolo Loris a dieci-venti metri dal cancello di ingresso dell’istituto Falcone-Borsellino di via Fratelli Cervi, dove il bambino frequentava la terza elementare. E di essere tornata a prenderlo verso le 12 e 45, scoprendo che Loris quella mattina non aveva mai messo piede in classe. A quell’ora il ragazzino era già stato ucciso – come conferma l’autopsia che cristallizza l’orario della morte alle 9 e 30 – e gettato nel canalone di cemento in contrada “Vecchio Mulino”, dove alle 16 e 55 è stato ritrovato senza slip e con i pantaloni calati dal cacciatore Orazio Fidone.
Per ora il 64enne rimane l’unico indagato, ma sostiene di avere un alibi “facilmente verificabile: sabato mattina non ero a Santa Croce Camerina. Basterebbe controllare i filmati delle telecamere in uscita da Santa Croce Camerina e all’entrata di Vittoria”, ha detto all’Ansa. La sua iscrizione è un atto dovuto, aveva sottolineato il procuratore capo Carmelo Petralia, per consentire alcuni esami irripetibili sul suo fuoristrada Suzuki bianco che è stato sequestrato. Nella tarda serata di martedì era stata di nuovo ascoltata in Questura anche Veronica Panarello come persona informata dei fatti. La mamma ha fatto luce su un altro dei misteri che avvolge la morte del bambino: le mutandine blu con un disegno rosso trovate a due passi dalla scuola non erano di Loris.
Ma a sostenere la tesi secondo cui il ragazzino non è mai stato accompagnato a scuola, c’è anche la testimonianza della vigilessa che sabato scorso era in servizio davanti alla Falcone-Borsellino. Gli inquirenti la hanno ascoltata di nuovo e la donna avrebbe confermato di aver visto l’auto con a bordo la madre di Loris ma non si ricorderebbe del bambino. Intanto la Procura ha disposto il sequestro delle 10 telecamere, pubbliche e private, installate lungo il tragitto che va dall’abitazione degli Stival alla scuola, proprio le due piazzate davanti all’istituto sono fuori uso da un mese a causa di un temporale. Le immagini sono ora nelle mani degli investigatori. Ad affiancare i carabinieri del Comando provinciale e della Squadra mobile sono arrivati gli specialisti del Ros e dello Sco. Gli stessi che hanno indagato sul caso di Yara Gambirasio e che adesso dovranno ricostruire l’ennesimo buco nero di questa storia.
“Esiste una serie di video che sono allo studio. Ci sono 42 telecamere su 24 ore e sono tutte interessanti ed utili”, ha detto il procuratore Petralia, in un incontro con i giornalisti per fare il punto sull’omicidio. Il magistato si è poi soffermato sulla perquisizione in casa Stival: “Non si sta indagando nei confronti di una specifica persona, si tratta di atti specifici di polizia giudiziaria per l’acquisizione di elementi che potrebbero rivelarsi utili al proseguimento delle indagini”. Il procuratore ha poi sottolineato più volte che le uniche informazioni ufficiali sono quelle veicolate dalla Procura: tutto il resto “rischia di essere informazioni sbagliate e che danneggerebbero, forse in modo irreparabile, le indagini”.
“Lasciamo lavorare tranquillamente gli inquirenti sull’omicidio del piccolo Loris che stanno facendo un buon lavoro, egregiamente diretti dal procuratore Carmelo Petralia”, ha aggiunto il prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè, a margine della riunione del comitato provinciale per l’ordine pubblico e della sicurezza che si è occupato oggi del protocollo sicurezza per il comune di Santa Croce Camerina. “Non è mio compito entrare nell’attività di indagine – aggiunge Vardè – ma ritengo che il lavoro svolto dagli inquirenti e dalla procura sia egregio e spero possa dare i risultati che tutti auspichiamo”.
Il prefetto ha presieduto il vertice del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza che ha messo a punto il protocollo di un “patto per la sicurezza per Santa Croce” che verrà formalizzato e sottoscritto la prossima settimana.
“Il protocollo prevede – ha sottolineato Verdè – di implementare il servizio di videosorveglianza del comune di Santa Croce Camerina già finanziato con i fondi del ministero dell’Interno e di avviare i sistemi di informazione per controllare le assenze degli alunni nelle scuole di Santa Croce Camerina”.