“Studenti dell’Alma Mater unitevi”. L’Università di Bologna chiama a raccolta i suoi laureati distribuiti in ogni continente, per un raduno mondiale di tre giorni, dal 19 al 21 giugno 2015, tra le vie e le piazze del capoluogo emiliano. Si chiama ReUniOn (dall’unione delle parole “return”, “university” e “on”) ed è il primo evento di questo tipo mai pensato in Italia: sulla carta un’iniziativa imponente, visto che l’ateneo ha sfornato 500mila dottori negli ultimi trent’anni. L’ispirazione è arrivata dagli Stati Uniti, dalla Rice University di Houston, che due anni fa ha celebrato i suoi 100 anni con una cerimonia alla quale ha partecipato anche il rettore dell’ateneo di Bologna, Ivano Dionigi. Ed è stato proprio lui, in questi giorni, a dare l’annuncio del raduno bolognese. “Una festa, un grande ritorno per capire com’è cambiata l’università, com’è cambiata Bologna e come sono cambiati loro: i protagonisti saranno i nostri laureati”.
Ideata e promossa dall’Università di Bologna, che ha già messo in moto la raccolta degli sponsor e dei fondi, la tre giorni ha un programma ancora tutto da definire nei dettagli. Molto dipenderà dal budget a disposizione e dalle adesioni. Di sicuro, fanno sapere dall’ateneo, le parole d’ordine saranno cultura, spettacolo e scienza. L’apertura dovrebbe essere affidata alla cerimonia di conferimento del titolo di dottore di ricerca, in piazza Maggiore. Saranno poi messi in cantiere mostre e installazioni, spettacoli e laboratori, ma anche lectio magistralis, dibattiti e incontri. Un calendario di appuntamenti, dislocati in alcuni punti cardine della città: le vie e le piazze del centro e della zona universitaria, i musei, ma anche i giardini, i parchi e le aule universitarie.
L’invito è esteso agli ex universitari di ogni età, italiani e stranieri, secondo un principio semplice, ossia considerarli parte di una stessa comunità. Anche se raggiungerli tutti non sarà un’impresa semplice, considerando che ogni anno, all’Università di Bologna, si laureano in media circa 15mila persone, che oggi si trovano in ogni angolo del mondo. La mobilitazione quindi sarà massiccia. L’obiettivo è avere un’ampia partecipazione, che riesca a portare in città almeno tre generazioni.
Per questo è già stato attivato un portale online, che mira a creare un community virtuale: ciascuno può entrare, dare vita al proprio profilo con foto e dettagli sulle proprie competenze e mettersi in contatto con i vecchi compagni. Unico requisito richiesto: aver frequentato l’Università di Bologna. Sarà poi a disposizione la pagina Facebook e un sito ad hoc, con il format per autocandidarsi a presentare la propria esperienza. “Un palcoscenico per chiunque abbia una storia importante o unica da raccontare, che parte dalla laurea all’Università di Bologna”. E infine un numero verde (attivo da gennaio), per avere informazioni relative al programma, ma anche dettagli utili per decidere dove mangiare e dormire, e per sapere come spostarsi.
Nell’elenco degli invitati alla reunion anche i tanti laureati eccellenti, coloro ai quali l’Università in questi anni ha conferito la laurea honoris causa, per meriti nel campo “delle arti, della vita politica, civile o religiosa”. Nella storia dell’Alma Mater, che è considerata l’università più antica d’Europa, se ne contano circa 380. Tra le più recenti ci sono quelle dell’attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel gennaio del 2012, dell’ex presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, e dello scrittore francese Daniel Pennac. E poi il filosofo Noam Chomsky, il direttore d’orchestra Riccardo Muti, il cantautore Francesco Guccini, e il regista Martin Scorsese. L’università ancora non si sbilancia e di certo è troppo presto ora per dire chi di questi parteciperà all’evento. Ma c’è da scommettere che nella tre giorni qualcuno di loro farà visita a Bologna.