In questi giorni gira su Facebook una nuova catena di Sant’Antonio, particolarmente figlia dei nostri giorni. Ancora una volta si tratta di fare una classifica, un piccolo elenco, ma visto che son giorni cupi, senza speranza, visto che la bruttezza ci circonda impietosa, come la copertina di Oggi con Salvini desnudo cristallizza, questa nuova catena ci chiede lo sforzo intellettivo di cercare, per cinque giorni, tre belle cose che ci sono capitate quotidianamente. Il bello per salvare il mondo.
Ecco, delle carente mi interessa poco, ma il bello, quando lo trovi, penso sia un dovere morale condividerlo, indicarlo a chi, magari, distratto o incupito, non l’ha visto. A me è capitato di incontrare il bello, in questi giorni, e siccome sono convinto di quanto detto sopra, sto qui a indicarvelo. No, tranquilli, per oggi non voglio tornare sulla preziosa Chiara Vidonis, di cui parlerò ancora prossimamente, ma di un’artista che, indubbiamente, è cara a chiunque apprezzi il cantautorato italiano, specie se virato al femminile. Oggi parlo del ritorno di Carmen Consoli, e, non fosse questo un blog, quindi destinato a dar spazio a parole, mi fermerei qui e lascerei che a parlare fosse appunto la canzone con cui la cantantessa torna sulle scene dopo circa cinque anni: L’abitudine di tornare.
Un brano che nel titolo gioca, è da presumere, una certa ironia, perché per molti di questo si tratterà, di un ritorno. In realtà il brano parla d’altro, e quello della Consoli non è un ritorno, semmai una conferma. È vero, certo, Carmen Consoli è stata via. A lungo. Ma non si è ritirata, attenzione, ha semplicemente preso il tempo che le serviva, abitudine rara, forse destinata all’estinzione. Nell’era del tanto e subito, dei figli dei talent che sfornano album nel giro di una settimana, cinque anni sono millenni.
Fanno venire in mente le cadenze dell’ultimo De Andrè, che poteva, complice una carriera monolitica, procedere fregandosene delle logiche del mercato, della comunicazione, tanto poi avrebbero parlato per lui le canzoni. La Consoli non è De Andrè, ma in quasi vent’anni di carriera ha costruito un percorso chiaro, anche per chi, come chi scrive, nella scelta d’antan tra lei e la Donà, piccola querelle per addetti ai lavori che per un po’ ha appassionato noi soliti quattro scemi, aveva optato per la cantautrice lombarda.
Carmen Consoli, per parafrasare certe scritte sui cartelli stradali, c’è. In molti, me compreso, abbiamo pensato che la sua carriera fosse finita, come sfumata. Non per insuccesso, né per incidenti di percorso, ma per una sorta di implosione, come se di colpo la cantautrice catanese si fosse guardata talmente dentro da non riuscire più a venirne fuori. Succede a chi regala tanto. Succede perché magari si finisce l’ispirazione, o perché la vita diventa altra cosa. La sua vita è stata, intuiamo e un po’ sappiamo, dura e generosa con lei in questo periodo, ma il non vederla sulle scene ha fatto un po’ male anche a noi, che abbiamo pensato di averla persa. È per questo che considereremmo bello in se’ il suo rientro, perché una grande artista che torna è sempre una buona notizia, se ha qualcosa da dire.
È Carmen, ne eravamo sicuri, qualcosa da dire ancora ce l’ha. Per questo sceglie di tornare a farsi vedere un brano che apparentemente, da un punto di vista musicale, si ferma esattamente dove la avevamo lasciata, o almeno dove ce la ricordavamo. Qualcuno dirà: non è Confusa e felice, non è Mediamente isterica. È vero. Quelli ci sono già stati, come anche, dico io Eva contro Eva. L’abitudine di tornare è un brano che suona molto come un brano di Carmen Consoli, e questo è un bene, come il sapore di qualcosa di buono che non abbiamo assaggiato da troppo tempo.
Il testo poi, è un vero gioiello, tagliente, impietoso, capace di tagliare come un foglio di carta passato incautamente sui polpastrelli. Un ritratto maschile di quelli che un po’ ci fanno vergognare, anche se non è di noi che stanno parlando. Tutto questo per dire che Carmen è di nuovo qui. Come ci fosse sempre stata, e fossimo stati noi a non averla vista. Con l’anno nuovo arriverà anche il nuovo album, e quella sarà una notizia ancora più bella, da condividere e indicare a chi si affanna, come tutti, a tirare avanti in questa epoca cupa. Perché il bello va condiviso, e le canzoni di Carmen Consoli sono pura bellezza.