Continuano gli scontri nella maggioranza sulla riforma della Giustizia. Nella seduta di mercoledì in Commissione alla Camera, durante la discussione degli emendamenti sulla proposta di legge per la riforma della custodia cautelare, si è aperto un fronte tra la presidente della Commissione Giustizia, Donatella Ferranti (Pd), e il viceministro della Giustizia, Enrico Costa (Ncd).
Argomento dello scontro è l’emendamento presentato dal Nuovo Centro Destra che punta a reintrodurre una norma stralciata durante l’esame in commissione e che prevede l’immediata valutazione disciplinare da parte del Consiglio Superiore della Magistratura per quei magistrati che assolvono un imputato dopo che questo ha ricevuto misure cautelari e chiede, di conseguenza, un risarcimento allo Stato. Contrario il governo che annuncia parere contrario in aula, ma Ncd minaccia di disertare i lavori in Commissione.
Lo scontro nella maggioranza sulla responsabilità delle toghe c’era stato già a inizio novembre. In quell’occasione, il governo aveva proposto una modifica che prevedeva la non punibilità del magistrato che condanna un imputato secondo un’interpretazione di una norma difforme da quella già fornita dalle Sezioni Unite della Cassazione, senza illustrare un’adeguata motivazione. Anche in quel caso, è stato il partito di Angelino Alfano a opporsi alla proposta del Pd che, però, ha ricevuto l’appoggio del Movimento 5 Stelle e che, così, è riuscito ad accantonare l’emendamento. Un “accordo”, quello tra Democratici e M5s, che non è piaciuto a Ncd, con il senatore Maurizio Sacconi che aveva annunciato le dimissioni da capogruppo del partito, salvo poi cambiare subito idea dopo un colloquio con Matteo Renzi.
Non è, però, solo la responsabilità delle toghe che rende difficile il dialogo all’interno del governo sul tema della giustizia. E’ di fine novembre l’annuncio di un nuovo studio delle proposte di riforma sulla prescrizione promesso dallo stesso ministro Andrea Orlando, dopo il nulla di fatto in Cassazione del processo sulle vittime dell’amianto Eternit. Le bozze circolate negli ultimi mesi prevedevano, oltre al congelamento della prescrizione per due anni in caso di condanna di primo grado, una riforma complessiva del processo penale, lo stop ai ricorsi in Cassazione se un imputato ha avuto sentenze conformi in primo grado e in appello, sia in caso di doppia condanna sia di doppia assoluzione. Il progetto di riforma non è mai arrivato in commissione a causa dell’opposizione di Ncd che, anche in questo caso, aveva minacciato di disertare i lavori, anche se negli ultimi giorni si è avuta un’accelerata proprio per volontà di Orlando: “C’è un termine, il 16 dicembre – ha dichiarato il ministro -: o ci arriviamo con il testo complessivo o con un emendamento”.