La decisione della Cassazione annulla l'ordinanza del Tribunale del riesame di Milano che lo scorso 31 luglio aveva disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del manager che rimane indagato a piede libero
La Cassazione annulla l’ordinanza del Tribunale del riesame di Milano che lo scorso 31 luglio aveva disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del presidente di il presidente Manutencoop Claudio Levorato, coinvolto nell’inchiesta sulle presunte irregolarità sugli appalti Expo, Sogin e della sanità lombarda.
Levorato resta dunque indagato a piede libero per concorso in turbativa d’asta e utilizzazione di segreti d’ufficio. Il gip del tribunale di Milano, Fabio Antezza, a maggio, non aveva accolto la richiesta della procura milanese di disporre i domiciliari per il manager. Su quella decisione i pm titolari del fascicolo avevano fatto ricorso al Tribunale del riesame, che aveva ribaltato la decisione del giudice per le indagini preliminari. I legali di Levorato si sono allora rivolti alla Corte di Cassazione che ieri (mercoledì 3 dicembre) ha annullato con “il rinvio a diversa sezione del Tribunale del riesame di Milano avendo rilevato la violazione di norma di legge”.