L’uscita di Lament e dei concerti italiani sono l’occasione ulteriore per parlare degli Einstürzende Neubauten. Cominciando magari con il dare una brutta notizia: Blixa Bargeld, leader del gruppo, come riporta il sito Sentire Ascoltare, durante il concerto tenutosi all’Auditorium della musica di Roma è caduto fratturandosi una gamba. A dare la brutta notizia, ci ha pensato Teho Teardo, che con l’artista tedesco ha suonato fino a poco tempo fa nel progetto collaborativo che ha dato vita all’album (e al tour) Still Smiling.
Ora, a parte le brutte notizie, le date italiane hanno registrato un successo all’insegna del tutto esaurito: una fauna eterogenea in grado di riempire i teatri italiani, a dimostrazione del fatto che, nel nostro Paese, esiste ancora un bacino d’utenza interessato alla musica di qualità.
Facciamo un passo indietro, torniamo alle origini e in pillole, proviamo a stabilire alcune priorità sulla band tedesca.
Chi sono gli Einstürzende Neubauten? È possibile definirla una compagnia di musicisti, sperimentatori, il cui denominatore comune pare essere l’amicizia, normalmente condivisa con il solo scopo di riscrivere le coordinate della musica contemporanea. Un progetto – va detto – inconsapevolmente ambizioso, che trova le sue origini a Berlino sul finire degli anni 70. L’immagine della città è ai massimi livelli, la trilogia di Bowie, tanto per fare un esempio, si compie proprio a queste latitudini, a prescindere, Berlino diviene al pari di Londra, rifugio per schiere di musicisti. Blixa e soci si trovano al posto giusto nel momento giusto per provare a ribaltare consuetudini e regole, rifuggendo strumentazioni e partiture, rinnegando oltremodo la tradizione. Il sospetto che a dirigere le operazioni sia una beata incoscienza è forte; di fatto, il suono messo a punto rappresenta qualcosa di unico e apre ad una personalissima rivoluzione: piloni di cemento, tubi, ferraglie, metalli di recupero, strumenti rivisitati, utensili, motoseghe… sul palco nulla riconduce alla musica, eppure quel rumore, sapientemente orchestrato, genera un suono elegiaco. I Neubauten confondono il sistema azzerando le convenzioni. All’epoca il post punk (ma è questa definizione postuma) seppe raccogliere in un unico calderone gli umori infiniti della musica ma non quella dei Neubauten, refrattaria a qualsiasi catalogazione, forse perché governata dalla visionaria genialità del suo leader.
Ora, apriamo una parentesi su Blixa: acuto, indisponente, egocentrico a parlare per lui sono gli oltre trent’anni di carriera, vissuta all’insegna della più totale anarchia capace di trasportarlo in territori inusitati ai più. I compromessi, se non l’avete capito, abitano “le vite degli altri”, Blixa sonda mondi paralleli in cui a dominare è il bianco oppure il nero; chiedete conferma di ciò a un certo Nick Cave, piantato in asso dal Nostro nel momento in cui la forma canzone dei Bad Seeds cominciava a scendere a patti con il music business.
Nel frattempo i Neubauten riscrivono la storia; tra Kollaps, il primo album (1981) e Lament, uscito ad ottobre di quest’anno, intercorre una produzione artistica infinita, suddivisa tra discografia ufficiale e progetti paralleli; non solo Blixa, infatti, vive di luce riflessa, gli altri membri fondatori del collettivo esplorano a loro volta altre possibilità, nessuna delle quali, “guardandoci dentro”, risulta incompiuta. Le traiettorie esplorate riportano però alla casa madre, divenuta nel frattempo una scommessa in cui l’ultima fatica discografica risulta essere l’ennesima puntata vinta.
Cos’altro aggiungere? Qualcuno tempo fa chiese con quale disco approcciare al gruppo. Intendiamoci, i Neubauten sono un dogma e se ne sposa per intero “il verbo”; la sensazione imperante impone che i dischi siano opera inscindibile dal live, ergo, “il suono del frastuono” occorre ascoltarlo in primis dal vivo. Dopodiché, esistono alcune linee tracciate alle quali fare riferimento: Halber Mensch (1985), Funf Auf […](1987) e Haus der Luege (1989) per quanto riguarda il primo periodo, Tabula Rasa (1995) Ende Neu (1996) e Silence is Sexy (2000) il secondo, il terzo e ultimo oltre al già citato Lament, si divide tra Perpetuum Mobile (2004) e Alles Wieder Offen (2007). Menzione particolare, prima dei saluti, alle “compilation laterali” in seno alla discografia ufficiale: quattro volumi legati alle “Strategien Gegen Architektur” usciti tra 1992 e 2010.
Il solito dj qualunque ricorda quanto spesso negli anni abbia messo in pista Feurio, sebbene sia pezzo poco rappresentativo del nuovo corso degli EN, quel brano segue una sua “liturgia” capace ogni volta di rinnovarsi e compiersi … come fosse la prima volta.
9 canzoni 9 … liturgiche
Lato A
Architektur Ist Geiselnahme • Einstürzende Neubauten
Seeding the Clouds • Tuxedomoon
Autobahn (single version 1974) • Kraftwerk
O Superman • Laurie Anderson
Lato B
Addis • Om
The Feelin Begins • Peter Gabriel
Cantara • Dead Can Dance
Song to the Siren • This Mortal Coil
L’Ombra della Luce • Franco Battiato