Il giocatore ha la possibilità di viaggiare fra i maestosi altopiani asiatici incontrando collaboratori, militari, ribelli e personaggi da romanzo ottocentesco
Poche saghe hanno la capacità di reinventarsi completamente a ogni episodio. Far Cry è una di queste. Creato nel 2004 da Crytek per mettere in mostra la forza bruta delle allora innovative schede grafiche 3D per Pc, qualche anno fa è passato nella mani di Ubisoft che, finora, ha prodotto due seguiti: uno ambientato in Africa e uno fra splendidi atolli caraibici. L’azienda francese a ogni iterazione della saga ha cambiato personaggi, stile di gioco e trama, in modo tale da ottenere esperienza sempre nuove e appaganti. Oggi, con Far Cry 4, Ubisoft Montreal ci porta fra le nevi perenni dell’Himalaya facendoci esplorare la regione immaginaria del Kyrat, un immaginario staterello chiuso fra le montagne giganti e, tanto per cambiare, governato da un autocrate pazzo e crudele di nome Pagan Min.
Nei panni del protagonista avremo la possibilità di viaggiare in lungo e in largo fra i maestosi altopiani asiatici incontrando collaboratori, militari, ribelli e una serie di personaggi da romanzo ottocentesco. Starà a noi e a noi soltanto decidere da che parte schierarci completando le varie missioni che via via ci saranno affidate oppure limitandoci a seguire in disparte l’evolversi del conflitto politico all’interno del Kyrat. Far Cry 4 offre al giocatore un mondo tanto ampio quanto realistico, con un ecosistema fatto di vette, strapiombi, boschi e animali selvatici. Gli esseri umani non saranno le uniche minacce alla nostra sopravvivenza, anzi, spesso accadrà che un ottimo nascondiglio sia reso inutilizzabile dall’arrivo di un branco di lupi oppure, proprio mentre stiamo per premere il grilletto del nostro fucile da cecchino, un’aquila deciderà di volarci addosso. Gli sviluppatori hanno lavorato molto sul lato free roaming dell’esperienza di gioco, permettendo al giocatore di vivere l’esperienza di Far Cry 4 nel mondo ritenuto più gratificante: ci sarà chi andrà avanti ad armi in pugno e chi sceglierà approcci più tranquilli o, addirittura, chi cercherà di usare il meno possibile le armi, tentando di mediare fra le varie “potenze” in campo fra gli altopiani dell’Himalaya.
Nel suo cuore più profondo, però, il gioco è e rimane uno sparatutto in prima persona: rispetto a Far Cry 3 questo nuovo capitolo della serie rende il gameplay più verticalizzato, facendo un’operazione per certi versi simile a quella compiuta da Activision con l’ultimo Call of Duty. La peculiare conformazione del territorio, infatti, premia i giocatori che sanno usare al meglio tutte le dimensioni di gioco, compresa quella dell’altezza. Spesso per uscire da situazioni intricate o per evitare di rimanere intrappolati dovremo guardare in alto o in basso, superando le vertigini e sfruttando al massimo la morfologia dei vari livelli. L’operazione è riuscita piuttosto bene e Far Cry 4 risulta sempre divertente da giocare tuttavia, soprattutto i fan di vecchia data, si accorgeranno ben presto che il nuovo gioco di Ubisoft Montreal, fondamentalmente, altro non è che un enorme aggiornamento del capitolo precedente.
Seppur con sfumature leggermente diverse, gli sviluppatori hanno deciso di mantenere ben saldo l’approccio del terzo episodio della serie, andando a modificare leggermente la figura dell’antagonista (non più un pazzo solitario ma un feroce dittatore) e creando una nuova ambientazione tanto magica quanto misteriosa. Nulla di male e, a onor del vero, sono pochi i giochi che possono vantare una tale qualità media da un capitolo all’altro, tuttavia ci sarebbe piaciuta qualche novità in più con magari maggior coraggio nell’approccio alla trama e ai vari finali possibili. In ogni caso, però, dopo Assassin’s Creed: Unity, Far Cry 4 rappresenta un’altra freccia che Ubisoft ha messo nella sua faretra di novità natalizie. L’azienda francese quest’anno sembra decisa a fare davvero sul serio, a gennaio vedremo se il pubblico, e gli azionisti, le avranno dato ragione.
A cura di Nicolò Carboni