Prima la visita di Casaleggio per definire i dettagli, poi l’incontro con i colleghi per la presentazione ufficiale. Il “direttorio”, i 5 deputati (Fico, Ruocco, Di Maio, Di Battista e Sibilia), nominati e poi votati sul blog per fare da “guida” al gruppo, si presenta così ai parlamentari del Movimento 5 stelle nella prima riunione congiunta. E fanno i conti con la settimana più difficile di sempre, quella delle espulsioni dei colleghi Artini e Pinna e del passo indietro di Beppe Grillo. In assemblea si ritrovano circa in un centinaio, assente solo il gruppo dei più critici (da Walter Rizzetto a Tommaso Currò). In mattinata Casaleggio ha incontrato i cinque e quindi ora le idee sono almeno un po’ più chiare su ruoli e obiettivi. “Non siamo qui per commissariare i capigruppo, ma per coordinare”, dicono nel discorso di apertura. I parlamentari intervengono, esprimono fiducia ma anche molte perplessità. Il direttorio chiede ai colleghi di segnalare le problematiche con alcune proposte di soluzione. E addirittura annunciano: “Da gennaio ci sarà la certificazione di una società terza dei voti sul blog”, ovvero una delle richieste più insistenti della parte critica negli ultimi tempi. La deputata Giulia Sarti invita il direttorio ad andare all’evento di Federico Pizzarotti a Parma domenica 7 dicembre, da molti visto come l’incontro di tutti i più critici. Risponde Fico: “Non andremo, sarebbe una strumentalizzazione”.
Video di Irene BuscemiPer chi si aspettava parole grosse e attacchi è una delusione, chi sta pensando di mollare in assemblea non si è nemmeno presentato. Gli altri critici se ne sono andati dopo un’ora. Christian Iannuzzi esce dicendo che sta pensando di fare un passo indietro. Ma è il massimo dell’attacco in tutta la serata. Minacce di espulsioni, annunci di dimissioni e nuovi progetti oltre i 5 stelle: in molti ci hanno pensato nei momenti di rabbia, altri si stanno organizzando. Ma prima qualcuno vuole provare a parlarne con chi ora è incaricato di risolvere i problemi. Il clima è positivo”, dice Matteo Mantero uscendo dalla sala, “i cinque scelti con il voto sul blog si sono presentati e hanno spiegato che il loro ruolo sarà semplicemente quello di coordinare la squadra, mantenendo le relazioni tra Roma e Milano e cercando di dare una mano a Grillo e Casaleggio. Anch’io ero titubante, ma se queste sono le premesse penso che sia un passo importante”. Chi resta in sala parla di fiducia e obiettivi: rendere più facili le comunicazioni, essere più organizzati all’interno e avere qualcuno con cui sfogarsi che non sia al telefono. “Se doveva continuare come adesso”, dice Manlio Di Stefano, “allora meglio avere un direttivo di cinque persone per coordinarsi”. Quello che però in tanti continuano a non digerire è il metodo “poco democratico” con cui si è arrivati ai nomi. “Non ci eravamo ancora visti”, commenta Paola Taverna, “ma noi siamo tranquilli. Stiamo parlando dei nostri colleghi che conosciamo da sempre. Non siamo preoccupati, ora pensiamo a lavorare”.
Prima dell’incontro in assemblea Gianroberto Casaleggio è venuto in visita a Montecitorio. Ha incontrato il “direttorio” e i responsabili della Comunicazione Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi. E’ arrivato alle 14, scortato da due persone del suo staff (non c’era il figlio Davide), una pausa con panino (mozzarella, melanzane, pomodori e senape) e poi tre ore di riunioni. Dopo aver incontrato i deputati ha chiesto di vedere il gruppo che ha presentato il ddl sul reddito di cittadinanza. “Quante probabilità abbiamo di farla passare?”, ha chiesto ai portavoce. Loro sono stati realisti (“Non molte”), lui si è detto molto ottimista.
Ma l’appuntamento più atteso è l’assemblea congiunta dei parlamentari, alla quale Casaleggio non partecipa. Tra i critici ci sono solo Benedetti, Iannuzzi, Rostellato e Barbanti. Gli altri esprimono le loro perplessità, ma per il resto il messaggio è uno solo: “Ce lo chiede Beppe, andiamo avanti”. La maggioranza si augura che cambino alcune cose: comunicazioni più facili, più organizzazione e dei referenti con cui sfogarsi che non siano solo al telefono. Quello che però in tanti continuano a non digerire è il metodo “poco democratico” con cui si è arrivati ai nomi. “A questo punto chiamiamolo esecutivo e non ‘direttorio'”, dice il deputato Gianluca Vacca.
Il canovaccio per i 5 deputati l’ha deciso Casaleggio nel pomeriggio. Ha parlato di comunicazione e di una nuova strategia da usare anche nell’approccio ai giornalisti. E soprattutto ha allentato i toni sul tema espulsioni. Erano in 17 a rischiare nei giorni scorsi, accusati di non essersi messi in regola con le restituzioni, ora tutti si sono affrettati a pubblicare scontrini e rimborsi sul sito “tirendiconto.it”. Resta il problema Parma: domenica 7 Pizzarotti organizza l’incontro con attivisti e parlamentari (saranno quasi tutti i più critici) per parlare di quanto realizzato in città e nei corridoi si chiedono fino a quanto potrà reggere la sfida. Se il primo cittadino ha da mesi in ballo una guerra di resistenza, Casaleggio non è da meno. “Deve essere lui a mollare, non lo butteremo fuori noi”, continuano a ripetere i più fedeli. E questa sembra per ora la linea.
La preoccupazione del cofondatore M5s è come “essere più mediatici”, magari anche tornando in televisione. Ha chiesto che i parlamentari si impegnino di più nel comunicare i temi. Ancora non è tempo di strategie per riforme, legge elettorale e Quirinale. Almeno per il Movimento 5 stelle che ancora doveva scacciare fantasmi e problemi interni. Si rivedranno la prossima settimana: non hanno finito di parlare del tema rendicontazioni che pure era all’ordine del giorno e che solo una settimana fa ha scatenato le prime due espulsioni.