Aperte due inchieste, a Forlì e a Arezzo. In Romagna sotto accusa l'attività di aziende provenienti da tutta Italia. Tutto era partito da 23 sinistri e 153 danneggiamenti che secondo i carabinieri sono imputabili alla scarsa manutenzione. Anzi, il sospetto degli inquirenti è che tutto venisse fatto male di proposito
Secondo i piani del decreto Sblocca Italia voluto dal governo di Matteo Renzi, dovrebbe diventare parte della autostrada Orte-Mestre. Una delle grandi opere in cantiere per il futuro. Per adesso, più modestamente, la superstrada E45 è finita agli onori delle cronache per le centinaia di buche che costellano il suo manto di asfalto. Un incubo per gli automobilisti che ogni giorno attraversano l’Appennino. Talmente tante che due procure della Repubblica hanno deciso di indagare sull’arteria che unisce Ravenna a Orte. Il procuratore di Forlì Sergio Sottani e quello di Arezzo Roberto Rossi, ognuno per il tratto che ricade nella sua provincia, vogliono capire come hanno lavorato le aziende che si sono aggiudicate i lavori di manutenzione dal 2010 al 2014.
Tuttavia, mentre i pm ad Arezzo indagano ancora contro ignoti (per abuso d’ufficio e truffa ai danni dello Stato), a Forlì l’inchiesta vede già l’iscrizione a registro di 22 legali rappresentanti delle aziende, provenienti da tutta Italia, che hanno fatto lavori sulla strada tra il 2010 e il 2014. Le aziende coinvolte nell’indagine hanno sede legale nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Bologna, Modena, Ferrara, Arezzo, Rovigo, Palermo, Caserta, Latina e Trento. Le accuse del magistrato di Forlì sono inadempimento dei contratti di pubbliche forniture, frode nelle pubbliche forniture e attentato alla sicurezza dei trasporti.
L’inchiesta era nata infatti dalle segnalazioni per i continui incidenti stradali in quel tratto di strada. In 4 anni, secondo quanto hanno potuto già constatare i carabinieri di Forlì delegati dal magistrato, sono 23 i sinistri imputabili a quelle buche o all’asfalto rovinato. E 153 i danneggiamenti ad auto e camion. Ma c’è anche un’altra cifra a impressionare: i 15 milioni di euro che le casse pubbliche dell’Anas avrebbero dato a queste aziende per lavori portati avanti, secondo l’accusa, con asfalto scadente, comprato sottocosto per fare la cresta sulle spese e intascarsi i soldi risparmiati. Il materiale infatti non era conforme alle condizioni dettate dai contratti di fornitura. Infine uno dei sospetti del procuratore di Forlì Sergio Sottani, che coordina le indagini in Romagna, è che i lavori venissero fatti male di proposito: in questo modo, nel giro di poco tempo, ci sarebbe stato bisogno di fare poi altri interventi.
Sotto la lente del pm di Forlì ci sono in tutto circa 60 chilometri di strada, che nei prossimi giorni saranno esaminati da un ingegnere incaricato di una consulenza, il quale dovrà confermare o meno il sospetto che quei lavori fossero fatti male e che questo abbia davvero provocato gli incidenti. La procura di Forlì in queste settimane ha anche sentito come persone informate sui fatti funzionari dell’Anas. Proprio negli ultimi mesi la E45 era stata inserita nel progetto di una autostrada che da Orte arrivi sino a Mestre. Un’idea da 10 miliardi di euro che risale a oltre 10 anni fa, ma che con il decreto Sblocca Italia era tornata di attualità.