Il paziente era stato trasferito nella serata di ieri nel reparto di terapia intensiva e durante la notte si è sempre resa necessaria l’assistenza respiratoria. Al momento il medico è monitorato dalla task force di medici e infermieri.
Le condizioni cliniche del medico di Emergency affetto da Ebola sono stabili da questa notte. Il paziente, ricoverato dal 25 novembre all’ospedale Spallanzani di Roma, è in assistenza respiratoria meccanica. Il paziente era stato trasferito nella serata di ieri nel reparto di terapia intensiva e durante la notte si è sempre resa necessaria l’assistenza respiratoria. Al momento il medico è monitorato dalla task force di medici e infermieri.
L’infettivologo siciliano è attualmente sedato, essendo sottoposto ad assistenza respiratoria meccanica ha spiegato il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito.
La valutazione terapeutica, ha detto Ippolito, “sarà effettuata giorno per giorno, sulla base delle condizioni del paziente”. Il personale che assiste il paziente zero italiano, ha aggiunto, “è stato integrato dai rianimatori“. Il paziente “è stato trasportato nel reparto di Terapia intensiva secondo le procedure di sicurezza, che prevedono un trasporto attraverso un isolatore che evita ogni contatto con l’esterno”.
Intanto un peacekeeper delle forze Onu in Liberia è risultato positivo al test dell’Ebola. Lo ha fatto sapere l’inviato delle Nazioni unite nel Paese, Karin Landgren, precisando che la persona infettata viene curata a Monrovia. È il terzo contagio nella missione, dopo che negli altri due casi i malati sono morti. Sedici persone che sono entrate in contatto con il soldato infettato sono state messe in quarantena, mentre le zone visitate dal peacekeeper mentre era sintomatico sono state decontaminate.
Nell’epidemia in corso in Africa occidentale sono 17.300 le persone contagiate dal virus, di cui circa 6.100 decedute. Il Paese più colpito è la Liberia, seguita da Guinea e Sierra Leone. La forza Onu costituita da 7.700 soldati e poliziotti è in Liberia dal 2003, per riportare stabilità dopo la guerra civile.