Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, in occasione del centenario della nascita di Federico Caffè
Si parlava d’Europa all’università la Sapienza di Roma, nell’incontro organizzato per celebrare il centenario della nascita di Federico Caffè. Ma a tre giorni dallo scandalo Mafia Capitale che si è abbattuto sulla politica romana era impossibile non affrontare l’argomento. Illegalità e corruzione sono “un ostacolo forte a creare un ambiente in cui prosperi il bisogno di innovare e il desiderio di intraprendere”, ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco durante l’incontro, in cui a rendere omaggio al grande economista sono stati anche l’ex premier Romano Prodi e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Un discorso durante il quale il numero uno di palazzo Koch ha toccato una molteplicità di argomenti, a cominciare dalla situazione della zona euro: “E’ indubbio che le condizioni economiche dell’area euro non sono soddisfacenti per usare un eufemismo. La domanda interna ristagna, gli investimenti sono depressi, la disoccupazione è elevata”. Commentando, poi, le previsioni di crescita di ieri della Bce, Visco ha affermato che esistono “rischi al ribasso notevoli” e anche “qualche rischio al rialzo”.
Video di Manolo Lanaro
Una situazione le cui conseguenze sono nefaste per l’Italia: con i livelli attuali d’inflazione ci possono essere “conseguenze gravissime per i Paesi che hanno livelli di debito alto, come l’Italia. In questo momento non c’è una deflazione tout court, ma bisogna stare molto attenti a questi andamenti” dell’inflazione. Un capitolo del proprio intervento Visco lo dedica all’acquisto di titoli di Stato da parte delle Banca Centrale Europea, in cui secondo il governatore c’è “un conflitto” di regole Ue di cui “bisogna discutere apertamente”, ovvero tra il mandato dato all’Eurotower sulla stabilità dei prezzi e il vincolo a non finanziare monetariamente gi Stati. Nei trattati europei viene dato alla Bce un mandato “molto chiaro”, ha ricordato il governatore: conseguire la stabilità dei prezzi. “Il problema – ha spiegato – è che, nel momento in cui per conseguire questo obiettivo si acquistano titoli pubblici, si può mettere in discussione un altro vincolo: non finanziare monetariamente i Paesi membri. E’ un conflitto di cui bisogna discutere apertamente. Ci sono diverse considerazioni possibili, prima di esprimere un giudizio sull’ortodossia, la non cooperazione o la ristrettezza mentale di alcuni o sull’interpretazione poco rigorosa di altri”. In ogni caso “la politica monetaria da sola non può determinare l’innalzamento del tasso della nostra economia”.
Un capitolo a parte Visco lo dedica alla questione della crescita: “Siamo consapevoli delle regole dei vincoli Ue, ma bisogna anche comprendere come meglio utilizzare tutti i canali per un ritorno alla crescita” e per “maggiori investimenti pubblici e privati, nazionali ed europei”.