A Montecitorio il convegno "L'eleganza in politica" per ricordare i quindici anni dalla morte della prima presidente della Camera donna in Italia. L'ex ministro Pd la paragona alla titolare del dicastero per le riforme del governo Renzi
“Nilde Iotti? Tailleur sempre a posto e coraggio di tirare fuori il rossetto anche tra i colleghi uomini. Modi garbati e femminilità”. Proprio come Maria Elena Boschi. Ecco la storia d’Italia riarrangiata dall’ex ministro Pd Livia Turco: “Oggi lei farebbe il tifo per Maria Elena”. E con un triplo salto mortale, la prima presidente donna della Camera e membro dell’assemblea costituente scomparsa 15 anni fa diventa il modello per il ministro e soprattutto, primo sponsor delle riforme del governo Renzi. “Perché anche lei avrebbe fatto così”.
La nuova generazione di renziane in Parlamento viene benedetta a Montecitorio. Il convegno si intitola “L’eleganza in politica”, la platea è di quasi solo donne, in prima fila fanno eccezione il capogruppo Pd Roberto Speranza e il leader dell’Udc Pierferdinando Casini. “Nilde”, continua la Turco (presidente della fondazione Iotti), “era una donna che teneva molto alla sua femminilità. Ricordo che ci riprendeva se avevamo il tailleur fuori posto e aveva il coraggio di tirare fuori il rossetto anche davanti ai colleghi uomini”. Poi certo, come dimenticare il suo ruolo nella scrittura della Costituzione italiana, i 13 anni alla guida dell’assemblea parlamentare e la sua candidatura al Colle del 1992. Dettagli. Nel Pd delle ladylike, le parlamentari sempre in giro tacco e comizio e che vanno dall’estetista, anche Nilde Iotti, dicono, avrebbe avuto un suo posto. “L’eleganza politica”, continua la Turco, “era innovazione e valorizzazione del merito. L’Italia ha bisogno di una nuova generazione di uomini e donne. Devo dire che ho pensato molto a Nilde in questa fase e credo che avrebbe fatto un grande tifo per te, Maria Elena Boschi”.
Insomma, le belle che bucano lo schermo del nuovo Pd non hanno rottamato proprio niente. Anche la Iotti avrebbe apprezzato le campagne della fu parlamentare, fu eurodeputata e ora candidata presidente in Veneto Alessandra Moretti per avere tempo da dedicare al proprio corpo. Perché la morale è che c’è spazio per entrambe le cose, fisico e politico, contenuti e apparenze. E Nilde Iotti avrebbe fatto il tifo non solo per la femminilità, ma soprattutto, come ci spiega proprio la Boschi, per il governo Renzi e le sue riforme: “La lentezza e l’impotenza”, dice il ministro nel suo intervento, “del processo decisionale del nostro Paese era una delle cause della crisi e dello scollamento tra le istituzioni e i cittadini. Le sue parole sono per noi di una attualità e di una modernità impressionante. Questa è l’eredità che ci ha lasciato e credo che questi temi lasciati irrisolti oggi siano alla nostra portata. Abbiamo il dovere di rendere finalmente concreto il lavoro di Nilde Iotti sulle riforme”.
Perché, spiegano agli invitati nella sala Aldo Moro di Montecitorio, Nilde Iotti non era solo rigorosa come poteva sembrare. Era molto altro. Era gentilezza, dolcezza e garbo. Proprio come le nuove donne che Renzi ha portato in Parlamento. “Nilde Iotti era rigore”, interviene la vicepresidente della Camera Pd Marina Sereni, “ma anche modi garbati verso i dipendenti del Parlamento. Era questa la sua eleganza. Ci sono tracce di lei in tutto il regolamento: sono state un punto di riferimento per tutti noi”. E poi continua: “Sapeva confrontarsi con le colleghe e le donne quando si parlano riescono a produrre leggi importanti. Oggi, sarebbe tifosa delle giovani e del tentativo di approvare le riforme. Diceva: ‘Non possiamo permetterci che il Parlamento sia superato dai tempi’”.
Rigorosamente giù dal palco, l’unico uomo tra i relatori. Pierferdinando Casini pende il microfono a conclusione del convegno. Ed è lui forse il più scettico sul parallelismo tra donne d’altri tempi e politiche di oggi: “Ricordo quando Iotti andava alla bouvette. Ricordo la semplicità del suo porsi e la regalità. La sua capacita di rappresentare le istituzioni e di trasmettere un’immagine di grande decoro. Eravamo intimoriti anche ad avvicinarla fisicamente e allo stesso tempo eravamo affascinati”. Proprio come con la Boschi, avranno pensato in casa Pd. Anche se il punto della questione lo centra il leader dell’Udc. “Nilde Iotti aveva un grande carisma”, conclude Casini, “e quello o ce l’hai oppure no”. E chi vuol capire capisca.