Sculacciate, bondage e frustate considerate eccessive vietate da un provvedimento dell'esecutivo. L'obiettivo è di reprimere materiale “dannoso per i minori”
Tempi duri per la pornografia prodotta online nel Regno Unito. Il governo Cameron con l’Audiovisual Media Services Regulations 2014 ha messo al bando una decina di generi e sottogeneri del porno che d’ora in vanti non potranno più essere riprodotti su qualsiasi set britannico. Si tratta dello squirting (l’eiaculazione femminile), delle sculacciate e del bondage, le frustate considerate eccessive, penetrazione violenta con oggetti, abuso fisico o verbale, pissing (o “water sports”), giochi di ruolo con protagonisti travestiti da non adulti (“role-playing as non-adults”), lo strangolamento, il facesitting e il fisting.
Il provvedimento governativo parifica la produzione online pornografica alle regole dei contenuti prodotti per i film in dvd venduti nei sexy shop britannici secondo una normativa in vigore già dal 2003 con il Communications Act. Il dipartimento di Cultura, Media e Sport (DCMS), che fa riferimento al ministro conservatore Ed Vaizey, ha specificato che i cambiamenti sono stati fatti per cercare di reprimere materiale “dannoso per i minori”. Il British Board of Film Censors (BBFC), l’organo che fin dal 1912 regola cioè che deve essere vietato e censurato nell’audiovisivo britannico, e che negli anni ottanta ha fatto “strage” di pornografia formato vhs, ha sottolineato che le ultime tre pratiche indicate nell’elenco presentato (“strangolamento, face-sitting e fisting”) possono addirittura mettere in “pericolo la vita delle persone che lo praticano”.
“Non sembrano esserci spiegazioni razionali per la maggior parte delle regole di divieto ai 18”, ha commentato sul sito web Vice Uk, Jerry Barnett, il fondatore del movimento anti-censura “Sex And Censorship”, “sono semplicemente regole di censura strane ed arbitrarie decise tra la Bbfc, la polizia e il Cps (Crown Prosecution Service); giudizi morali progettati da persone che hanno lottato senza sosta per fermare il popolo britannico dal guardare film pornografici”. Ma è nell’ambito della pornografia femminile, nata sul solco del post-porno anni ottanta, in cui le lavoratrici di sesso femminile hanno cercato di sfidare le pratiche e tradizioni consolidate producendo pornografia di donne per donne, o di dominazione donna-uomo, che si rischia la chiusura: “Con questa legge il Regno Unito è in pericolo di trovarsi di nuovo in un’epoca in cui il porno torna ad essere semplicemente noia ed irrealismo, in cui ci sono solo fantasie maschili su donnone bionde un po’ stupide e con le tette grosse (bimbos ndr) pronte solo a creare piacere all’uomo come se fosse loro dovere, dove le donne sono sottomesse e non possono più decidere liberamente della loro sessualità”, ha spiegato la regista Erika Lust all’Indipendent.
“Le donne che operano in questo settore ora temono la perdita dei loro mezzi di sussistenza e la loro indipendenza sessuale”. “E’ l’inizio di una nuova fase in una campagna di censura di Internet che avrà conseguenze di vasta portata al di là della produzione e il consumo di pornografia”, ha scritto sul suo blog l’avvocato Myles Jackman, esperto di leggi e norme che riguardano le oscenità e la pornografia, “La pornografia è il canarino nella miniera di carbone della libertà di parola: è la prima libertà a morire. Se questo assalto alla libertà è permesso in modo incontestato, altre libertà cadranno di conseguenza”.
Anche se al momento le dieci pratiche vietate posso essere scaricate in Vod dal Regno Unito il rischio, sostiene ancora Jackman, che l’intento di fondo del provvedimento sia quello di “consentire ai siti web stranieri indesiderabili di essere bloccati dai sistemi di filtraggio dei fornitori di servizi Internet nel Regno Unito è altissimo. Ciò ha avuto ripercussioni incommensurabili – conclude – per la libertà di informazione e la neutralità della rete”.