Veronica Panarello sostiene di avere accompagnato il figlio a scuola e poi di essere andata al castello di Donnafugata per un corso di cucina. Le telecamere però non registrano passaggi vicino all'istituto, mentre la immortalano nella zona del mulino vecchio, dove verrà ritrovato il cadavere. La donna arriva al castello almeno 15 minuti dopo rispetto all'orario dichiarato
Orari che non coincidono. Strade mai percorse. Gesti sospetti. A una settimana dall’omicidio di Andrea Loris Stival, carabinieri e polizia hanno messo in fila i tasselli, ricostruito il mosaico della mattina di sabato 29 novembre e messo a nudo le contraddizioni della mamma, Veronica Panarello, 25 anni, che al momento non è indagata, ma sembra l’ultima persona ad aver visto in vita il piccolo di 8 anni. Lei continua a giurare la sua verità: “L’ho accompagnato a scuola, sono andata a un corso di cucina e quando sono tornata a prenderlo era sparito”. Giustifica alcuni spostamenti a prima vista poco comprensibili con la necessità di gettare l’immondizia. Ma i filmati raccolti a Santa Croce Camerina, 10mila anime in provincia di Ragusa, raccontano un’altra storia, verbalizzata in un’informativa dai detective dell’Arma e della Squadra mobile e trasmessa alla Procura.
8.32 – Una telecamera di videosorveglianza piazzata vicino alla casa degli Stival in via Garibaldi cattura tre sagome: sono Veronica Panarello, Loris e il figlio più piccolo di 4 anni. Si avvicinano alla Polo nera. Dopo pochi istanti Loris torna verso casa con in spalla lo zainetto blu. Veronica mette in moto e parte per portare il bambino più piccolo alla ludoteca. L’auto esce di scena senza Loris a bordo. Al contrario la madre dice di averlo accompagnato a scuola.
8.33-8.39 – Veronica, ascoltata per due volte in Questura come persona informata sui fatti, mette a verbale di aver lasciato la casa, di essere passata da via Matteotti e di aver lasciato Loris a poche decine di metri all’istituto Falcone e Borsellino. Ma nelle 4 telecamere installate lungo il percorso che va dall’abitazione degli Stival alla scuola di via Fratelli Cervi, dove ha sede la scuola di Loris, l’auto non viene ripresa. Annotano gli investigatori: “Gli impianti non rilevano in alcuna maniera, durante la fascia oraria d’interesse sopra citata e cioè a decorrere dalle 8.33 alle 8.39, il passaggio dell’autovettura Volkswagen Polo di colore nero”. Che rimane invece impressa nelle telecamere vicine alla ludoteca dove Veronica ha accompagnato il figlio di 4 anni.
8.49 – Veronica fa rientro a casa. Parcheggia l’auto nel garage che ha un ingresso interno alla palazzina. Resta 36 minuti in casa. Presumibilmente, secondo gli elementi raccolti da polizia e carabinieri, con Loris.
9.00-10.00 – L’autopsia fissa in questa fascia oraria la morte di Loris. “Strangolamento” dicono gli esami, probabilmente con una fascetta da elettricista. Compatibile con una di quelle che Veronica ha consegnato lunedì scorso alle maestre di Loris andate a porgere le condoglianze. “Ve le restituisco, sono quelle che servivano per le lezioni di scienze”. Ma le stesse insegnanti smentiscono che durante le lezioni venissero usate linguette di plastica.
9.25 – Veronica sale di nuovo a bordo della Polo nera e si allontana da casa. Dove è diretta? “Al castello di Donnafugata“, dove deve partecipare a un corso di cucina.
9.27 – Al contrario la sua auto viene immortalata da una telecamera della stazione di servizio Erg sulla strada comunale che da Santa Croce Camerina porta a Punta Secca: dalla parte opposta rispetto al castello. La Polo nera dopo pochi istanti imbocca una curva e sparisce dal campo dell’occhio elettronico. Ecco cosa annotano i detective nell’informativa: “Va fatto rilevare che a circa 50 metri dal termine del sopracitato curvone, vi è l’ingresso della strada poderale che conduce al Mulino Vecchio”, dove verrà ritrovato il cadavere di Loris, gettato in un canalone di cemento poco distante dalla struttura abbandonata.
9.55 – A quest’ora un testimone vede Veronica arrivare al castello di Donnafugata per partecipare al corso. Per raggiungere la tenuta, hanno calcolato gli investigatori, a un’andatura normale si impiegano circa 15 minuti. La donna, secondo questa stima, sarebbe dovuta arrivare al corso, che cominciava alle 9.30, non più tardi delle 9.40, 9.45. C’è un buco di almeno 15 minuti, dunque, da quando Veronica esce da casa alle 9.27 a quando arriva al corso alle 9.55. In questo spazio di tempo si nasconde un altro mistero portato alla luce dal Corriere della Sera: prima di arrivare a Donnafugata, l’immagine di Veronica viene ripresa (di nuovo, per la seconda volta) da una telecamera mentre rientra in casa. Resta dentro 3 minuti e mezzo. Poi esce di nuovo. Quando arriva alla tenuta Veronica dà ai presenti una giustificazione che secondo gli inquirenti non è richiesta: “Scusate il ritardo, ho avuto dei problemi”.
12.30 – Veronica si materializza davanti alla Falcone e Borsellino per riprendere il figlio. Aspetta, vede gli altri compagni uscire. Del piccolo nessuna traccia. Lancia l’allarme. Loris è già morto. Il cadavere gettato nel canalone vicino al Mulino Vecchio. Verrà trovato alle 16,55 da Orazio Fidone, per ora unico indagato per “omicidio volontario”.