Il capogruppo 5 stelle dell'Assemblea capitolina ha rifiutato la carica di vicepresidente del consiglio, ma ora chiede la guida della commissione Trasaparenza. Il leader però con una nota ribadisce la linea dura. Il primo cittadino: "Schizofrenia"
I consiglieri M5s a Roma propongono al sindaco Ignazio Marino di collaborare sui temi. Ma Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio poche ore dopo, e con una nota firmata anche dal direttorio dei deputati (e dagli stessi portavoce in Campidoglio) ribadiscono la linea dura: “Il primo cittadino faccia un passo indietro per il bene del Paese”. La tarantella è sempre la stessa: da una parte l’opposizione di piazza, dall’altra la necessità di dialogo all’interno delle istituzioni. “Mi sto convincendo”, ha dichiarato a SkyTg24 il sindaco, “con rammarico che il M5s non vuole assolutamente nessuna responsabilità e nessun impegno. E vuole fuggire da qualunque condizione che li metta nella situazione di prendere decisioni”. Venerdì 5 dicembre, in seguito al rimpasto della giunta dovuta all’inchiesta “Mondo di mezzo”, Ignazio Marino aveva offerto la vicepresidenza del consiglio comunale ai grillini. Che però hanno rifiutato e hanno organizzato una manifestazione di protesta davanti al Campidoglio. “Io rimango sempre molto colpito dalla schizofrenia tra un gruppo dirigente nazionale del M5s che non vuole assumere nessuna responsabilità e nessun impegno e il gruppo capitolino che ogni volta che lo coinvolgo su argomenti come la trasparenza e la legalità sembra disponibile a dare il proprio contributo e poi all’ultimo momento dice sempre di no”.
I consiglieri M5s nel pomeriggio hanno invece fatto sapere a Marino di essere pronti a discutere dei singoli temi con la parte “sana” dell’esecutivo e hanno chiesto la guida della commissione Trasparenza. “Non siamo disponibili”, ha detto il capogruppo Marcello De Vito, “ad entrare in giunta, ma come sempre siamo pronti a collaborare sulle questioni principali che interessano ai cittadini: dal piano di rientro ai risparmi che possono essere fatti fino alle unioni civili. Sentiamo la responsabilità del nostro mandato e se il Prefetto non riterrà doveroso sciogliere il Comune cercheremo di presentare al sindaco le nostre proposte”.
Una contraddizione rispetto alle prese di posizione delle scorse ore? Il consigliere grillino, intervistato da ilfattoquotidiano.it, ha difeso la scelta: “Non stiamo dicendo niente di nuovo: noi crediamo che la situazione sia molto grave e non vogliamo avallare gli atti di questa giunta entrando come forza politica. Ma al tempo stesso siamo pronti a fare richieste e a confrontarci sulle singole questioni con la parte pulita della giunta”. Il gruppo nelle scorse ore aveva rifiutato un accordo. Il consigliere dei Radicali Riccardo Magi ha detto che uno dei quattro consiglieri gli avrebbe rivelato che erano pronti ad accettare il compromesso: “Cito a memoria”, ha detto, “mi hanno detto ‘siamo stati commissariati dal direttorio dei 5 deputati, ma eravamo pronti ad accettare'”. Una ricostruzione che però De Vito ha smentito: “Abbiamo deciso di rifiutare, dopo una votazione unanime dei portavoce in Comune e dei 29 consiglieri municipali, di non accettare la carica di vicepresidente. Ci hanno offerto un semplice contentino e noi non siamo d’accordo. Ora chiediamo la presidenza della commissione Trasparenza”. Dopo le dimissioni di Giovanni Quarzo (Fi) indagato nell’inchiesta Mafia Capitale e presidente dell’organo capitolino. “La condizione indispensabile per una collaborazione”, ha concluso il capogruppo De Vito, “è la presidenza della commissione trasparenza. Così faremo chiarezza nel torbido romano”.
Intanto il sindaco di Roma Ignazio Marino ha disposto la rotazione dei dirigenti a cominciare dagli incarichi apicali di tutte le strutture. “La straordinarietà e la rilevanza degli eventi connessi”, spiegano dal Campidoglio, “coinvolgono anche le strutture amministrative dell’Ente, e le funzioni nevralgiche da loro assicurate”. Il primo cittadino ha dato disposizioni per procedere al riordino. “Ciò avverrà a tutela dell’amministrazione e del gruppo dirigente, ferma la necessaria continuità amministrativa e il perseguimento degli obiettivi stabiliti, nell’ambito della corrente programmazione strategica”.