Freddato con due colpi di pistola, uno al volto e uno all’addome. Così è stato ucciso Giorgio Gobbi, 43 anni, residente nella provincia di Cremona. Il corpo senza vita dell’uomo è stato ritrovato dai Carabinieri all’interno della sua auto nera nel parcheggio di un centro commerciale alla prima periferia nord di Parma. L’uomo, con numerosi precedenti penali, era ricercato dalle forze dell’ordine dopo che il giorno prima la moglie ne aveva denunciato la scomparsa. Gobbi, al momento del ritrovamento – avvenuto nella tarda serata di venerdì 5 dicembre -, era riverso nel sedile posteriore dell’auto. A terra, fuori dal mezzo, un succo di frutta e, sull’asfalto, una sgommata che farebbe ipotizzare la fuga precipitosa di qualcuno una volta consumato l’omicidio o dopo avere parcheggiato l’auto con il corpo dell’uomo. Per ora sulle indagini vige il massimo riserbo da parte del Nucleo Operativo dei Carabinieri della città emiliana. L’auto, trasportata nella caserma del comando provinciale dell’arma, è stata già analizzata dal Ris di Parma.
Vista la modalità dell’uccisione e l’occultamento del cadavere, l’ipotesi degli inquirenti è che dietro l’omicidio, ci sia un’esecuzione. Si tratterebbe quindi di un delitto legato a contesti di criminalità organizzata, e tra le ipotesi viene considerata quella che non sia stato commesso nel luogo dove è stata ritrovata l’auto. L’indagine al momento è seguita dal procuratore di Parma Antonio Rustico. Al comando provinciale dei carabinieri della città emiliana si è tenuto un vertice investigativo fino a tarda notte. Dallo stretto riserbo istruttorio non emerge se abbia partecipato o meno all’incontro anche un magistrato della Dda di Bologna. E’ plausibile, comunque, che dopo i primi atti urgenti svolti dalla Procura di Parma, l’indagine passi alla Dda, guidata dal procuratore Roberto Alfonso.
Giorgio Gobbi, commerciante nel settore delle auto, era già finito agli onori delle cronache nel 2003 quando un barista di 33 anni di San Giovanni in Croce, provincia di Cremona, gli sparò contro dopo una lite nata per futili motivi. Il barista, poi condannato a quattro anni, gli puntò alla schiena una pistola semiautomatica Browing calibro 6,35 ed esplose due colpi in rapida successione: il primo andò a vuoto, il secondo fu deviato dal portafogli che Gobbi portava nella tasca dei jeans. L’aggressione avvenne il 28 luglio 2003 nel bar Centrale di San Giovanni in Croce di Cremona. Per Gobbi la vicenda ebbe anche uno strascico giudiziario. La Procura di Cremona aprì un fascicolo per tre lettere minatorie che l’uomo, trovato morto a Parma, inviò al barista durante la sua detenzione nel carcere di Lodi