Tutti in cattedra, tutti tranne Raffaele Fitto. Per Forza Italia sarà un po’ come tornare a scuola per ripetere l’anno dopo una sonora bocciatura. Come quella rimediata alle ultime regionali, una vera e propria dèbacle per il partito di Silvio Berlusconi. Solo che scorrendo l’elenco dei “professori” del primo ciclo di formazione politica, dal titolo “Senza identità non c’è futuro”, si scopre che neppure uno fa riferimento all’area dell’ex governatore della Puglia. Così l’iniziativa, che si terrà a Roma l’11 dicembre nella sede del partito a piazza San Lorenzo in Lucina, prima che un’occasione per rimettersi a studiare e rifondare la classe dirigente del partito, è già diventata una nuova causa di scontro tra i vertici berlusconiani e i fedelissimi del dissidente Fitto.
BERLUSCONIANI IN CATTEDRA
L’operazione didattica organizzata da Forza Italia, con in testa la coordinatrice nazionale azzurra Annagrazia Calabria, riflette con chiarezza le divisioni che agitano il partito. Relatori tecnici a parte (il giornalista e scrittore Andrea Camaiora, vecchia conoscenza dei giovani azzurri e autore del libro “Il brutto anatroccolo. Moderati: senza identità non c’è futuro”; il direttore de Il Foglio Giuliano Ferrara e il caporedattore de “Il Giornale” Vittorio Macioce), nessuna delle lezioni in programma, cui dovrebbero prendere parte una settantina di studenti, sarà tenuta da “docenti” di fede fittiana. “Una motivazione c’è, è chiaro”, sorride ironico il berlusconiano Osvaldo Napoli. Insieme alla stessa Calabria, a salire in cattedra ci sarà anche l’ex ministro Mara Carfagna. L’ex zarina di Fi, dopo una parentesi fra le truppe di Raffaele Fitto, è tornata a riabbracciare la causa berlusconiana conquistando la guida del dipartimento “Libertà Civili e Diritti umani”: i maligni sussurrano che la scelta è legata a logiche locali in vista delle regionali in Campania, dove non è certo un mistero il rapporto stretto che la lega all’attuale governatore Stefano Caldoro. Completano l’elenco dei docenti, il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani, il presidente dei deputati azzurri, Renato Brunetta, e l’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini.
LEZIONI INFUOCATE
Insomma, berlusconiani pigliatutto, anche se gli organizzatori fanno sapere che seguiranno altre quattro lezioni e ci sarà tempo e spazio per i fittiani. Che però sostengono di non saperne nulla. «Dipenderà dal fatto che siamo gli eretici di Forza Italia», commenta per nulla sorpreso dall’esclusione il toscano Maurizio Bianconi. Quanto all’appuntamento dell’11 dicembre, a tutti i relatori è arrivata la stessa raccomandazione: in aula dovranno tenere vere lezioni su temi di propria scelta e non comizi politici. Prudenza, insomma, perché Fi somiglia sempre più ad un campo minato dove polemiche e vecchi rancori possono riaccendersi per un nonnulla e in qualunque momento. Ferrara e Brunetta, per esempio, sono stati protagonisti di una infuocata querelle consumatasi sulle pagine de Il Foglio, una polemica tracimata in uno scambio di insulti a causa del famigerato Patto del Nazareno. Così, per evitare ulteriori conflitti e pubbliche polemiche, gli organizzatori hanno accuratamente evitato incontri ravvicinati fissando al mattino (alle 12) l’intervento del giornalista e al pomeriggio (alle 14.50) quello di Brunetta.
FUORI DAI DENTI
Resta, ovviamente, l’obiettivo del corso: aiutare la rifondazione di Forza Italia. Anche se Berlusconi sembra credere che il futuro poggia su “dieci milioni di anziani da convincere” magari a colpi di dentiere e cataratte gratis, gli organizzatori del ciclo di formazione sono invece sempre più convinti che lo fortune del partito dipendano dai giovani. Tutti i giovani, esclusi naturalmente quelli che tifano per Fitto.
di Giuseppe Alberto Falci e Antonio Pitoni
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