Il mondo FQ

Fabrizio Corona, l’ex “re dei paparazzi” chiede grazia “parziale” al Colle

L'avvocato del fotografo ha chiesto di annullare i 5 anni di pena per l'estorsione a Trezeguet. In questo modo potrebbe essere chiesto l'affidamento in prova
Commenti

L’ex “re dei paparazzi” Fabrizio Corona, in carcere da quasi due anni e condannato per i vari procedimenti giudiziari a suo carico ad un cumulo di pene di oltre 14 anni di reclusione, ha chiesto la grazia parziale, ossia la cancellazione dei 5 anni a lui inflitti in via definitiva per il presunto foto-ricatto all’ex calciatore della Juventus David Trezeguet. Come riporta oggi Repubblica, Corona ha firmato in carcere una richiesta di grazia parziale da inoltrare al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella quale si chiede appunto, come chiarito dal suo legale, l’avvocato Ivano Chiesa, di cancellare dal cumulo della sue condanne (14 anni e 2 mesi già ridotti a 9 anni e 8 mesi) i 5 anni a lui inflitti per il caso Trezeguet. Attualmente Corona è detenuto nel carcere di Opera (Milano).

Se la grazia parziale venisse accolta, Corona potrebbe chiedere l’affidamento in prova con un percorso terapeutico per scontare la parte rimanente delle pene definitive. Una serie di personaggi pubblici, tra cui anche Adriano Celentano, nei mesi scorsi si sono espressi a più riprese per la concessione della grazia all’ex agente fotografico, condannato anche a un anno e 5 mesi dalla Cassazione a seguito dell’inchiesta milanese su presunti foto-ricatti ai danni di alcuni vip.

Alcuni giorni fa il fotografo aveva incassato un proscioglimento in appello dall’accusa di omessa dichiarazione dei redditi, per la quale era stato condannato in primo grado a un anno di reclusione, per “difetto di estradizione” in quanto “è stato violato il principio di specialità” stabilito dall’articolo 14 dalla Convenzione europea. Quando il “re dei paparazzi” era stato estradato dal Portogallo nel gennaio 2013 proprio in seguito alla condanna a 5 anni di carcere per estorsione ai danni di Trezeguet, inoltre, “non risulta essere mai stato neppure richiesto” il consenso delle autorità del Portogallo all’estradizione “per i reati di omessa dichiarazione dei redditi per cui si procede”, come dicono le motivazioni della sentenza di non luogo a procedere. Il 25 ottobre 2013 il fotografo era stato condannato in primo grado a un anno di reclusione per omessa dichiarazione dei redditi relativa ai periodi di imposta 2005 e 2006, nell’ambito delle attività della sua agenzia.

Resta in contatto con la community de Il Fatto Quotidiano

L'amato strillone del Fatto

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione