Cronaca

Ior, Caloia indagato per peculato lascia la Veneranda Fabbrica del Duomo

L'ex presidente dello Ior respinge le accuse secondo le quali, insieme all’ex direttore generale della Banca Vaticana, Lelio Scaletti, si è appropriato di denaro mentre trattava la compravendita di 29 immobili per conto della Santa Sede

“Sconcertato, attonito e profondamente avvilito”. Inizia così il comunicato diffuso da Angelo Caloia, ex presidente dello Ior indagato per peculato nell’inchiesta sulla compravendita di immobili del Vaticano. L’economista annuncia le sue dimissioni da presidente del cda della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, lo storico ente che dal 1387 si occupa della manutenzione e della custodia della Cattedrale. Un’uscita di scena definita “doverosa” nei confronti dei membri del consiglio d’amministrazione, anche se l’uomo che per vent’anni ha guidato la banca vaticana si dice “totalmente estraneo ai fatti riportati dagli organi di stampa” e auspica di avere “la possibilità di chiarire la mia posizione nelle opportune sedi giudiziarie”.

Secondo il promotore di giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Gian Piero Milano, Caloia e l’ex direttore generale dello Ior, Lelio Scaletti, si sono appropriati di denaro nell’ambito della vendita di 29 immobili per conto della Santa Sede. A denunciare i due ex manager è stato lo stesso istituto.

L’ormai ex presidente della Fabbrica del Duomo di Milano, dimessosi con due anni d’anticipo, nel 2009, dalla presidenza dello Ior per volere di Benedetto XVI, ricopre ancora ruoli di vertice in diverse società del gruppo Intesa San Paolo. E’ vicepresidente di Banca Fideuram, presidente di Sirefid e consigliere del Banco di Napoli.