Gli undici di Allegri impegnati con l'Atletico Madrid. I Giallorossi sono costretti a battere il Manchester City. Chi perde va a casa
Novanta minuti senza ritorno: dare tutto per vincere, ma soprattutto per non perdere. Juventus e Roma sono al primo crocevia della loro stagione: contro Atletico Madrid e Manchester City si giocano il loro futuro in Champions League. Che vuol dire gloria, di certo fatica supplementare ma anche morale, perché il passaggio del turno sarebbe una bella iniezione di fiducia anche per il campionato.
E poi – fattore da non sottovalutare – soldi, tanti soldi: gli ottavi di finale valgono 3,5 milioni di euro solo per il passaggio del turno, a cui devono essere aggiunti i proventi dei diritti tv, i premi partita, gli incassi da gara; in totale fanno circa 10 milioni. Risorse fondamentali per il bilancio e per il prossimo calciomercato di gennaio. Insomma, Juve e Roma si giocano almeno mezza stagione, e forse qualcosa in più. Ci arrivano in maniera molto differente: per condizione fisica, psicologica, e soprattutto di classifica. Stasera tocca ai bianconeri, e Massimiliano Allegri ha dormito sonni tranquilli nelle ultime notti. Dalla trasferta di Firenze ha portato a casa un buon punto, facendo abbondante turnover, risparmiando energie preziose ai suoi uomini migliori, come Carlos Tevez.
La squadra è in ottimo stato di forma, può giocare per il pareggio e riceve un Atletico Madrid già qualificato. L’incognita maggiore sta proprio nell’atteggiamento con cui le due squadre affronteranno la partita: entrambe sanno che con un punto passerebbero a braccetto, l’Atletico come prima e la Juve da seconda. Presentarsi al sorteggio senza essere testa di serie, però, regalerebbe ai bianconeri un ottavo di finale durissimo. Mentre i Colchoneros di Pablo Simeone sono una formazione che vive di intensità ed agonismo, poco abituata a fare calcoli. Se sarà partita vera fino in fondo, la chiave per la Juve sarà trovare il giusto equilibrio: non sbilanciarsi troppo prestando il fianco alle pericolose ripartenze dell’Atletico, ma neppure giocare solo per lo 0-0 (atteggiamento che in Europa non paga quasi mai). Dando per scontato il successo dell’Olympiakos sul Malmoe, i bianconeri hanno comunque due risultati su tre a disposizione, e la spinta dello Stadium alle spalle: la qualificazione è ampiamente alla portata.
Discorso che in fin dei conti può valere anche per la Roma: basta battere in casa il Manchester City per volare agli ottavi di finale. E non è poco, considerando il girone di ferro che ad agosto era uscito dall’urna di Nyon. Qui, però, subentrano diverse variabili. La più importante si chiama Cska Mosca: i russi, ancora in corsa per il passaggio del turno, saranno impegnati sul campo del Bayern già qualificato. Bisognerà capire quanto la squadra di Pep Guardiola sarà in vena di regali: sulla carta la partita non ha storia, a volte le motivazioni possono fare la differenza.
Dal risultato di Monaco dipendono una serie di combinazioni. Se il Cska vince, la Roma deve vincere. Se il Cska pareggia (e questo è lo scenario più favorevole ai giallorossi), può bastare un pareggio in virtù della classifica avulsa (City, Roma e Cska arriverebbero tutte a pari merito). Se il Cska perde, la Roma deve vincere o fare 0-0; con un pareggio con gol, invece, passerebbe il City per differenza reti. Ci sarebbe da scendere in campo per fare un sol boccone degli avversari. Se non fosse che il Manchester City è rivale di livello, e la Roma attraversa un momento difficile: De Sanctis è reduce dalla papera contro il Sassuolo, la difesa prende troppi gol, a centrocampo De Rossi rischia il posto dopo le ultime prestazioni negative, e gli attaccanti (Ljaijc a parte) faticano a segnare.
Non c’è reparto che offra certezze. Persino Rudi Garcia, mentore e trascinatore nell’ultimo anno e mezzo, di recente è parso poco brillante, protagonista di scelte discutibili. L’unica buona notizia arriva proprio dall’Inghilterra: al Manchester mancherà Aguero, vero leader della squadra di Pellegrini, che senza di lui perde molto più che un grande attaccante. Un motivo in più per non aver paura, buttare il cuore oltre l’ostacolo insieme ai 60mila dell’Olimpico, prendersi gli ottavi di finale che sarebbero un grande traguardo. A novanta minuti dalla fine del girone le italiane sono padrone del loro destino: la Roma (che fin qui ha vinto solo una partita in Champions) passa se vince, alla Juventus basta addirittura un pareggio. Chi perde, invece, va a casa. E probabilmente per entrare nelle migliori sedici d’Europa è anche giusto che sia così.