L’esultanza 2.0. Chi l’ha inventata? Il bomber serbo della Lazio Filip Djordjevic che, appena aperto il suo profilo Twitter ufficiale, lancia subito la “campagna” rivolta ai tifosi biancocelesti, ma non solo, per suggerirgli il modo in cui dovrà festeggiare il suo prossimo gol. Una trovata pubblicitaria, forse, o una mancanza d’ispirazione. Qualunque sia la motivazione dietro alla decisione del bomber dei Balcani, sicuramente attirerà l’interesse di tanti laziali “social” che seguono il loro attaccante su Twitter.
Sono su Twitter! Inviatemi le vostre esultanze -foto o Vine- con hashtag #D9 sceglierò la+bella xil mio prossimo gol! pic.twitter.com/PEs7FpioA1
— Filip Djordjevic (@FilipDjordjevic) 9 Dicembre 2014
Se negli anni ’80 i calciatori si fermavano al bar dei tifosi per scambiare due battute e bersi un caffè con gli aficionados della curva, oggi le stelle della Serie A sono sempre più viste come dei divi inarrivabili, sia perché, spesso, si tratta di giocatori stranieri che poco conoscono la “piazza” per la quale ogni domenica scendono in campo, sia per volere delle società che cercano sempre più di isolarli dalla vita fuori dal terreno di gioco, così da evitare scandali o pettegolezzi da dare in pasto ai giornali.
Djordjevic sembra però soffrire questo distacco dai suoi tifosi e, così, si adegua ai tempi e alla tecnologia. Se l’interazione quotidiana faccia a faccia diventa ogni anno sempre più difficile, il rapporto con i propri supporter lo si tiene sui social. Per coinvolgerli, allora, “Giorgione“, come è stato già ribattezzato l’attaccante serbo con un azzardato paragone con uno degli idoli di sempre della curva laziale, Giorgio “Long John” Chinaglia, ha deciso di renderli partecipi di uno di uno spezzone di match: quello in cui l’attaccante corre sotto la Nord per festeggiare la sua ultima rete. E sarà fortunato “Giorgione” fino a quando i suoi tifosi si accontenteranno di inchini, galoppate verso la curva o urla di gioia. Ciò di cui deve preoccuparsi saranno le richieste di capriole o acrobazie in stile Obafemi Martins. O forse ciò di cui deve preoccuparsi è solo segnare.