Il 12 dicembre prossimo gli alunni protesteranno per le condizioni del liceo Leonardo: "Abbiamo chiesto aiuto al preside, ma non ci sono fondi"
Nessuna palestra, cavalli e pecore che pascolano sotto le finestre, l’intonaco dei muri che si sgretola a vista d’occhio. Nella sede succursale del liceo Leonardo ad Agrigento, andare a scuola ogni giorno può essere pericoloso. “La situazione è diventata insostenibile: basta un semplice colpo d’aria, una porta che sbatte e pezzi di intonaco di 40-50 centimetri cadono a terra”, raccontano gli studenti, promettendo uno sciopero per il prossimo 12 dicembre. “Non diciamo che le condizioni della nostra scuola siano diverse rispetto alle condizioni medie delle altre struttura: ma qui è davvero pericoloso. L’intonaco crolla anche soltanto toccandolo, ci sono buchi ovunque” spiega Flavio Fucà, rappresentante d’istituto del Liceo scientifico, linguistico e delle scienze applicate Leonardo.
La sede succursale, che si trova in via Dante, è ospitata da un palazzo, preso in affitto dalla provincia di Agrigento, che per due piani si sviluppa sotto il livello della strada. “E dall’altra parte possiamo vedere pecore e cavalli che pascolano, dato che c’è una specie di terreno”, spiegano sempre i ragazzi del liceo agrigentino, che non è inserito nella lista degli istituti individuati come beneficiari del piano varato da Matteo Renzi per l’edilizia scolastica. “Abbiamo sollecitato il preside per procedere ai lavori più urgenti e rimettere in sesto la scuola, ma niente: non ci sono fondi”. In Sicilia, infatti, il governatore Rosario Crocetta ha abolito le province, istituendo i liberi consorzi tra comuni. E in attesa che il disegno di legge definitivo arrivi all’Ars, l’unico effetto dopo un anno e mezzo è il mancato rinnovo dei consigli e delle giunte provinciali, sostituiti da commissari fedeli al governatore, recentemente prorogati fino a marzo, e inviati ad amministrare enti che nel frattempo hanno finito i liquidi: è così quindi le scuole, che un tempo erano gestite dalle province, sono rimasti senza fondi e senza un ente di riferimento.
“Dobbiamo aspettare tragedie come quelle del liceo Darwin di Rivoli prima di risolvere i problemi?” dicono i ragazzi del liceo Leonardo. Anche nei casi in cui il piano di Renzi ha provveduto a destinare dei fondi per l’edilizia scolastica agli istituti più fatiscenti, è successo che quei soldi non sono stati spesi. È successo a Palermo dove il piano per l’edilizia lanciato dal premier aveva destinato 21mila euro all’istituto comprensivo Amari-Roncalli-Ferrara. Al ministero però non sapevano che proprio l’ultimo plesso dell’istituto era già stato svuotato per lavori di ristrutturazione. “Ci hanno detto – dice la preside dell’istituto di Palermo– che i fondi si possono stornare per fare lavori su altri plessi purché siano di natura statale: un bel problema dato che il plesso che ha bisogno più urgente di lavori è il Roncalli che è invece un plesso privato che il comune ha preso in affitto”. Anche la sede succursale del Leonardo è in affitto: e gli studenti rischiano ogni giorno di finire sotto un pezzo d’intonaco.