Musica

Carmen Consoli, “L’abitudine di tornare” (percorrendo la via dei mattoncini gialli)

Il video del nuovo singolo si ispira alle pagine de "Il meraviglioso mago di Oz": la cantante indossa le scarpe d’argento di Dorothy, ed è accompagnata nel suo viaggio dai personaggi della fiaba di Baum. Il testo racconta di un tradimento, visto dalla prospettiva dell'amante

di Giuseppe Pagano

I fan di Carmen Consoli possono gioire. A 5 anni di distanza dall’album “Elettra”, la cantantessa non ha smentito “L’abitudine di tornare”, che non a caso è il titolo scelto per il suo nuovo singolo che anticipa l’uscita dell’album, attesa per il 20 gennaio. A stretto giro con la pubblicazione del singolo è stato diffuso anche un video, diretto da Fernando Luceri, che s’ispira alle pagine de “Il meraviglioso Mago di Oz”. La Consoli qui indossa le scarpe d’argento di Dorothy, ed è accompagnata nel suo viaggio dai personaggi della fiaba di Baum. Lungo la “via dei mattoncini gialli” la cantautrice troverà le virtù che le renderanno meno difficile il cammino: il cuore, il coraggio e la saggezza, impersonati rispettivamente dall’uomo di latta (che nel video è una donna), dal leone codardo e dallo spaventapasseri.

L’atmosfera fantastica e colorata, che si è avvalsa del lavoro dello scenografo Gianfranco Protopapa, rispecchia molto “una storia a lieto fine, come nelle fiabe, dove la difficoltà iniziale si trasforma in gioia”, spiega Carmen Consoli. Il testo parla di un tradimento, visto però dalla prospettiva degli occhi dell’amante (“Confesserai mai a tua moglie che sabato dormi con me da circa dieci anni tra alti e bassi?”). All’interno della storia c’è anche la nascita di un figlio (“Come dirai a tua moglie che hai un figlio identico a te”) e le responsabilità paterne che ne deriveranno (“È piccolo e non può chiedere, lui non deve chiedere, sarai tu a rispondere se vorrai”).

Dal punto di vista musicale, il singolo non si discosta tanto da alcune precedenti produzioni, come “Amore di plastica” ed “Eco di sirene”. La sezione ritmica, molto precisa, aiuta a cadenzare bene le metriche di strofe e ritornello, mentre le chitarre hanno un suono anni ’90 e qualche spruzzata di distorsione. Un deciso ritorno alle origini, per il momento. Rimane alta l’aspettativa per il disco e per il tour che ne seguirà a partire da aprile.

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