“Ci sarà qualcuno che nel nostro partito ha sbagliato, ma l’impianto criminale nasce nella destra di Alemanno. Lo vogliamo dire o no?”. Ignazio Marino punta il dito contro l’ex sindaco indagato per associazione mafiosa all’iniziativa del Pd “Con i cittadini, con Roma. Nel mondo reale” a cui partecipa anche il commissario cittadino e presidente dei Dem Matteo Orfini. Intanto l’inchiesta su Mafia Capitale prosegue sul fronte propriamente giudiziario e su quello “amministrativo”. Proprio mercoledì mattina il sindaco ha consegnato al capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, documenti del Campidoglio ritenuti utili alle indagini. Su queste carte i pm titolari dell’inchiesta sono già a lavoro. Sull’altro fronte sono entrati in campo gli uomini della Guardia di finanza in servizio all’area Vigilanza contratti dell’Anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone.
Le Fiamme Gialle hanno “visitato” gli uffici dell’Ama, società gestione rifiuti di Roma, il cui ex amministratore delegato, Franco Panzironi è stato arrestato, e in cui l’organizzazione era riuscita a piazzare “suoi” uomini nel Cda. Obiettivo è quello di individuare appalti sospetti che potrebbero essere “commissariati” singolarmente. Sotto la lente i rapporti anche con le cooperative. “Da parte nostra – ha detto il presidente Daniele Fortini – c’è l’assoluta e totale disponibilità a collaborare con gli organi di controllo e vigilanza. In questa fase estremamente delicata per l’amministrazione capitolina e per Roma, siamo lieti di continuare a collaborare per garantire trasparenza e legalità, due valori che questa realtà aziendale, fatta di donne e uomini che lavorano ogni giorno al servizio della città, intende fissare come cardini del proprio operato”.
Intanto si sono conclusi gli interrogatori di garanzia degli indagati agli arresti domiciliari. Due di loro, Marco Placidi, impiegato nel comune di Sant’Oreste, e Raniero Lucci, dipendente di una cooperativa, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre altri due, Sergio Menichelli, sindaco di Sant’Oreste, e Mario Schina, consigliere della cooperativa ‘Il percorso’ che hanno respinto le accuse. Il difensore di Menichelli, Franco Merlino, ha presentato istanza al gip Flavia Costantini per sollecitare la revoca dell’ordinanza emessa nei confronti del suo assistito, mentre gli avvocati degli altri indagati hanno presentato ricorso al tribunale del Riesame.
Per giovedì, infatti, sono fissate le prime udienze davanti al Tribunale della Libertà: al collegio dei giudici si sono rivolte, in particolare, le difese di Massimo Carminati, considerato il capo dell’organizzazione dagli inquirenti, Riccardo Brugia, Raffaele Bracci, Fabrizio Franco Testa e Roberto Lacopo per chiedere la revoca o la modifica del provvedimento restrittivo e la dichiarazione di insussistenza dell’aggravante di tipo mafioso.