La cronaca dello scandalo capitolino per quanto appassionante non deve far perdere di vista il quadro generale. I delinquenti ci sono in tutti i paesi del mondo; non sono loro a fare la differenza. La salute di una società dipende e si giudica piuttosto dalla qualità degli onesti. Perciò l’attenzione va spostata sui politici ‘buoni’ e ‘benpensanti’. Sui migliori. Matteo Orfini, ‘nuovo’ presidente del PD. Renzi il ‘Rottamatore’. L’ex-sindaco Alemanno ‘faccia pulita’ della destra. Il suo predecessore Veltroni (guidava le scolaresche ad Auschwitz). Ecc. Ora sono tutti ‘sorpresi’, ‘scioccati’, ‘sconcertati’. Così Veltroni su Odevaine: “Nessuno mai ci ha riferito dubbi sulle sue azioni… Nessuno di noi aveva mai percepito… Una esperienza importante sembra essersi trasformata nel suo orribile contrario” ecc. Ma la politica italiana è un business ad alto rendimento. Perciò come si fa a cadere dalle nuvole quando si scopre che attira ed è infiltrata da frotte di arraffoni? Ubi opes, ibi amici!
Tutti sanno che gli stipendi, i vitalizi, e le prebende dirette (‘rimborsi’ ecc.) dei politici italiani sono le più alte d’Europa: basta confrontare gli stipendi dei Parlamentari Europei per intuirlo. L’indotto (spesa opaca, carriere politicizzate, appalti, regole ed interpretazioni ad aziendam) è lucrosissimo. E i privilegi sono tutt’altro che transitori: non sono ‘contendibili’! Il ‘mondo di sopra’, la politica, ha ‘barriere all’ingresso’ altissime. Le candidature a qualsiasi assemblea elettiva sono strettamente controllate: è ammesso solo chi non dà fastidio. E le selezioni dal basso – primarie, preferenze – per come sono organizzate si vincono solo investendo molti soldi: per gli interessi privati è razionale farlo, per gli altri no, perciò gli altri semplicemente non sono competitivi.
Veltroni, intanto, indirizzava l’ira del popolo democratico lontano dagli stipendi, contro il numero dei parlamentari; ed ora Renzi, suo epigono, smantella le istituzioni invece di moralizzarle. Nella direzione nazionale del 19/12/08, l’outsider attaccò l’organizzazione del PD basata sui capibastone. L’indomani Veltroni tuonò sui giornali: “Basta con i capibastone! Voglio un partito di gente perbene, un partito sano, gli altri fuori“. Ma non prese alcun provvedimento. Alle elezioni politiche del 2008 candidò tutti i capibastone, coperti da una manciata di candidati scelti dall’alto (cooptati) a fini mediatici: un ‘giovane’, una ‘donna’, un ‘operaio della Thissen’ … Tutti dentro, salvo: l’outsider; altri pro ‘riforma del sistema politico’; le alte competenze.
Che c’entrano i politici onesti con la corruzione? Nei tempi passati i Fanfani, gli Amendola, i De Gasperi facevano i parlamentari in cambio di stipendi un decimo degli attuali. Oggi i nostri migliori politici (sindacalisti) si sono ‘imborghesiti’: non rinunciano al loro elevato benessere, né agli esorbitanti poteri discrezionali su P.A., spesa pubblica, candidature, ecc. A costo di mantenere nel sistema politico incentivi perversi che lo distorcono profondamente. Perciò l’ipertrofia della corruzione. La gente, in media, non è né buona né cattiva: reagisce agli incentivi; metti un italiano in Germania e diventerà un cittadino modello, e viceversa. Ma i politici ‘buoni’ ci hanno convinto che noi italiani siamo irrecuperabili, perciò quel che accade non è colpa loro. Ci hanno convinto che quel che conta è ‘fare presto, decidere”, e che perciò trasparenza, controlli, democrazia sono lussi inutili. E scaricano tutti i problemi sulla magistratura.
E però se lo scandalo romano non vuole essere un’altra occasione persa, dall’assemblea nazionale del PD dovrebbe partire una rivolta morale, e una proposta di riforma organica radicale del sistema politico, informata da una visione costituente (nel senso del 1948) invece che rampante: radicalmente pauperista, rigorosa (divieto generale di qualsiasi conflitto d’interesse), e democratica (nel senso di sostanziale abdicazione di rilevanti quote di discrezionalità e di opacità da parte degli eletti). Le proposte tecniche ci sono (a cominciare da quelle dell’outsider del 2007).
Ma è più probabile che il buon Orfini non vorrà dare troppo fastidio, e risponda come il ricco ebreo: «Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose [l’onestà] le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: “Una cosa solo ti manca: va’ vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”.»