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Messico: ‘Vieni a mangiare il cocktail di gamberi da record nella terra dei massacri’ – II

All’ingresso de La Carbonera c’era una barca antica sulla quale alcuni impiegati stavano collocando una annuncio che pubblicizzava la presenza di Mariana Seoane. Si trattava di un annuncio dell’evento organizzato per le dieci del mattino, perché farlo nel pomeriggio, o peggio, la sera sarebbe stato troppo rischioso, per quanta scorta, poliziotti e dissuasori militari si mettessero a protezione. La Carbonera è un piccolo insediamento di pescatori di gamberi che ha solo un grosso viale principale di terraferma pieno di automobili che aspettano il proprio turno per parcheggiare. Subito si era formata una lunga coda che avanzava a ritmo molto lento, cosa che permetteva ad alcuni conducenti di scendere a comprare i gamberi secchi che le famiglie di pescatori avevano esposto fuori casa per venderli. Questi pescatori riescono a catturare i gamberi con una trappola chiamata ‘charanga‘, che è una rete fermata da una barriera a forma di V che si colloca nei canali marini attraverso cui si prevede passino i gamberi. Alcuni pescatori preferiscono lasciare le trappole in mare durante la notte, quando questi animali sono più reattivi.

Il traffico per arrivare a La Carbonera si faceva sempre più lento all’altezza di un campo di football, dove stazionavano i tre furgoni blindati, le pattuglie statali, la Marina e un camion dei pompieri che avrebbero scortato il governatore durante il tragitto di tre chilometri attraverso il territorio di San Fernando.

Arrivando alla riva della Laguna Madre, dove già c’era un buon livello di mormorio e di gente, un gregge di bambini si avvicina all’auto con magliette con su scritto: “Tamaulipas somos todos” (“Siamo tutti Tamaulipas”). Queste magliette, così come i bicchieri di plastica con caricature dei gamberi che festeggiano l’impresa, erano consegnate in grande quantità all’entrata. Dopo aver camminato sulla riva dell’estuario, si poteva arrivare a un tendone in cui i posti a sedere della prime file erano occupati da funzionari del governo vestiti con magliette arancioni gambero, mischiati con alcuni capi militari che portavano rigorosamente le loro divise da campo. Ancora non era iniziato niente, ma il maestro cerimoniere prendeva ogni tanto il microfono e con la voce che sembrava risuonargli nella gola se ne usciva con frasi poetiche: ‘Bellissimo bicchiere trasparente che dovrà attirare su di sé gli occhi del mondo, con un cocktail di gamberi di una tonnellata e più”. Se l’intenzione era quella di tenere vivo l’umore dei presenti, l’uomo aveva fallito, perché dopo i suoi interventi il mormorio continuava allo stesso modo, mentre le sue parole si perdevano nell’aria calda della mattina. Solo quando un paio di impiegati municipali cominciarono a togliere all’enorme bicchiere la plastica che lo ricopriva e che l’aveva protetto da ogni graffio durante il trasloco da Città del Messico a lì, il mormorio del pubblico andò scemando poco a poco, forse perché pensavano che il governatore stesse per arrivare, ma questi in realtà sarebbe arrivato quasi due ore più tardi di quanto era stato annunciato. Ad approfittare del silenzio fu il maestro cerimoniere: ‘Oggi più che mai siamo orgogliosi della risorsa idrica della nostra Laguna Madreeeeee”. A dieci metri da lì, seduto di fronte ad un lap-top vecchio e con un tono quasi scientifico, il notaio che avrebbe certificato il record spiegava che il bicchiere di vetro pesava 374 chilogrammi.

Di tutti gli uomini in maglietta arancione gambero che erano nelle prime file il più euforico era Mario de la Garza, dentista nonché sindaco di San Fernando. Durante l’attesa del governatore parlò con cinque giornalisti, uno dei quali dell’ufficio stampa della stampa ufficiale, che faceva domane a modo. “Dopo questo arriveranno tante cose positive per San Fernando”, insisteva varie volte dopo aver riconosciuto che l’economia era collassata negli ultimi tempi, anche se non menzionava mai la parola ‘violenza‘, né ‘sequestro‘, né guerra, né tanto meno ‘narco‘. Quando parlai con lui e gli confessai che nonostante vivessi a Monterrey, non sapevo che San Fernando producesse gamberi, il sindaco mi rispose amorevolmente che il gambero di San Fernando gode di un alto prestigio tra gli esperti di gamberi messicani, nonostante sia un gambero molto poco conosciuto a livello commerciale. “Per questo ora vogliamo che tutto il mondo venga a conoscenza del gambero di San Fernando e mangi il gambero di San Fernando”, sentenziò. Il sindaco era entusiasta della sua idea di preparare il cocktail di gamberi più grande del Mondo, e prometteva che negli anni a venire San Fernando sarebbe diventato una potenza energetica nel Paese. Per tanto il sindaco spiegava con veemenza che fosse già il municipio più importante in quanto a gas naturale della ricchissima conca di Burgos che attraversa Tamaulipas, Nuevo León e Coahuila.

Fu il sindaco stesso che mi disse, come fosse un gran successo, che tra gli invitati speciali c’era Homas Mittmasht, un uomo col pizzo e cappello da spiaggia che guardava molto rilassato il bicchiere di cristallo gigante prima che ci svuotassero dentro più di 17mila piccoli crostacei. Mittmasht è il console degli Stati Uniti a Matamoros, e di fronte alle domande dei reporter che gli chiedevano se ora il suo governo avrebbe consentito agli statunitensi di visitare Tamaulipas, lui chiedeva loro per favore di leggere un comunicato che era sulla pagina web del consolato. In questo documento si avvertiva i cittadini statunitensi che per caso avessero avuto bisogno di viaggiare dalle parti di Tamaulipas, si raccomandava di viaggiare di giorno, evitando di spostarsi e di “ostentare benessere economico che potesse in qualche modo attirare l’attenzione”. Domandai a Mittmasht quanto tempo era passato dalla sua ultima visita a San Fernando, e mi rispose che era venuto un anno prima, di passaggio mentre tornava dalla riunione col governatore a Città Victoria. Suppongo che ora sia molto più rilassato, commentai guardando il suo abbigliamento da spiaggia. “Si, beh, informale”, rispose. Aveva fatto il viaggio scortato solamente da quattro furgoni blindati.

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Un giorno prima del Festival del Mare di San Fernando era morto lo scrittore Gabriel García Márquez, ma era chiaro che il realismo magico che gli avevano attribuito avrebbe tardato a sparire sia in Messico che in Colombia. Questa riflessione cade a fagiuolo perché un funzionario del sottosgretariato al Turismo di Tamaulipas insistette perché intervistassi due uomini con pantaloni e camicie completamente bianchi e con cappelli tipici colombiani. Si trattava di Arnold e Plácido Verera Murillo, due ristoratori di Cartagena de Indias, padroni dell’Osteria del Mar Rojo, che assicuravano di essere giunti a San Fernando attratti dai suoi buoni gamberi e che non avevano avuto nessun problema di sicurezza. Sul bollettino ufficiale che fu diffuso in seguito il governo di Tamaulipas assicurava che entrambi avessero dichiarato che “Cartagena de Indias è una città bellissima, ma quello che abbiamo visto qui non ha eguali, è come un sogno, non avevo mai immaginato che sarei venuto nel Golgo del Messico e avrei visto la Laguna Madre, la regina del gambero”. Oltre a paragonare San Fernando a una delle città considerate tra le più belle al mondo, l’allegato del bollettino ufficiale sui colombiani faceva notare anche che entrambi si rallegrassero che “il governatore e il presidente municipale stessero ridando vita alla spiaggia, perché da altre parti non è così, giacché le autorità si dimenticavano della gente, al contrario di quello che succede qui“. Ciò che non veniva mai citato nel bollettino, ma che venne ripreso da alcuni giornali colombiani, è che i fratelli Verera avevano viaggiato a spese del Messico per imparare a preparare il cocktail di gamberi più grande del Mondo, visto che le autorità di Cartagena de Indias avevano intenzione di realizzare la stessa prodezza negli anni successivi.

Quando mi avvicinai per parlare con loro, i colombiani parlavano con Artuto Ponce Pérez, uno degli chef che supervisionavano la preparazione del cocktail. Anche se la sua espressione era seria, lo chef Ponce diceva di essere molto motivato. Forse era nervoso, perché non riuscì a ricordare l’ultima volta che aveva realizzato un cocktail di gamberi ‘piccolo’. Anche se disse che preferiva la carne al pesce, assicurò che negli ultimi quindici giorni non aveva fatto altro che prendere lezioni di preparazione di cocktail da Guinness e che già aveva tutto pronto per l’evento: poco più di una tonnellata di gamberi congelati, 150 litri di salsa catsup e 100 litri di ‘clamato’ (succo di pomodoro); né limone né aguacate erano inclusi negli ingredienti previsti dall’impresa del record del Guinness. Mente lo chef coordinava le sue venti cuoche in un lato del tendone principale, alcuni giovani con le maracas arrivavano ad un altro lato perché si annunciava l’arrivo del governatore da un momento all’altro e loro erano gli incaricati di mettere su i festeggiamenti per riceverlo. Subito dopo si aggiunsero a loro altri ragazzi con i tamburi, e quando lo spettacolo ufficiale era pronto, le cuoche ricevettero un discorso di incitamento da parte dello chef al comando della missione. Le due cuoche più emozionate erano quelle che portavano i cucchiai giganti per mescolare la salsa di pomodoro nel bicchiere del cocktail. Erano tutte completamente vestite di bianco, con pantaloni, camicia e mascherine. Sembravano infermiere sul punto di aiutare la preparazione di un piatto pieno di proteine, vitamine, minerali, molto colesterolo e fosforo, che è proprio quello che dà prestigio alla ricetta in quanto alimento afrodisiaco.

Un altro funzionario si avvicinò per dirmi che il gambero di San Fernando è unico al mondo, e che il suo sapore squisito è qualcosa di realmente difficile da trovare. Dopo iniziò a dirmi che grazie al gambero e al gas naturale il suo villaggio sarebbe diventato una superpotenza economica. Parlò dei 18 milioni di metri cubi di gas che partono da qui a Reynosa e vanno negli Usa, e a voce bassa, come se non volesse essere sentito dalla gente, mi disse che avevano trovato già altri due giacimenti: il Trión 1 e il Trión 2. Dopo iniziò a lamentarsi che Pemex non avesse cooperato con nessuna donazione per i festeggiamenti del cocktail, tanto meno l’avevano fatto le altre 28 aziende energetiche presenti in qualche modo nella regione, eccetto Geokinetics, che al contrario aveva donato una quantità di soldi che non volle specificare. Le autorità di Tamaulipas avevano pagato 20mila dollari alla record del Guinness solo per usare il logo nelle campagne pubblicitarie. Si erano risparmiati, questo sì, le spese di rappresentanza e trasferta della della comitiva dell’azienda internazionale, grazie al fatto che nessuno dei dipendenti di Guinness aveva accettato di andare a San Fernando, a causa dell’alto rischio che rappresentava Tamaulipas. Il funzionario si lamentò per questo e disse che era solo una questione di cattiva immagine, ‘per colpa di quei 72 analfabeti morti che stavano lì al confine con Matamoros, ma che hanno buttato qui da noi, e basta‘. Quando gli domadai delle diverse fosse clandestine e sparatorie registrare negli ultimi anni, rimase in silenzio e riprese la conversazione sullo squisito sapore dei gamberi di San Fernando. ‘Davvero sono i migliori al mondo. Ho provato quelli di San Francisco e quelli europei, non ci sono paragoni‘.

Dovemmo interrompere la conversazione, perché l’attività si intensificò nella zona del tendone principale. L’elicottero del governatore era appena atterrato. Uno degli uomini della scorta si concedeva del tempo per scherzare con un altro della scorta che aiutava l’uomo vestito da gambero a accomodarsi al suo posto. Quando passavano di fronte a lui, diceva: “Su, non mi colpisca il gambero‘ (gambero è una delle tantissime accezioni che si usano in Messico per riferirsi al membro maschile). Intanto il capo della logistica del governatore discuteva con due giovani organizzatori: “Al governatore serviranno il suo cocktail là sopra. Il governatore non andrà a prenderlo da nessuno dei vassoi”, puntualizzava. Sorpreso il governatore decise di arrivare al luogo della festa camminando tra il pubblico, salutando di tanto in tanto con la mano gli astanti. Non appena arrivò alla fila dove erano i due colombiani si fermò per ricevere i regali che gli avevano portato dalla loro terra e dopo si fecero una foto insieme. Nella prima fila aspettavano i sindaci di Méndez, Valle Hermoso, Burgos e altri paesi della regione vestiti con camicie arancioni gambero, e anche il colonnello e il capitano in carica del distaccamento militare di San Fernando. Il governatore anche lui con camicia arancione gambero, era venuto senza sua moglie all’evento, anche se lo aveva accompagnato suo padre, Egidio Torre López, che si sedette anche lui in prima fila e ricevette un grande benvenuto dal sindaco di San Fernando, il quale immediatamente prese la parola per annunciare che a breve: ‘Faremo notizia come esempio di perseveranza. Parleranno della gente qualunque che è riuscita a fare una cosa straordinaria”. In seguito il primo cittadino avrebbe ringraziato in egual misura Madre Natura e il governatore per aver reso possibile che San Fernando riuscisse a preparare il cocktail di gamberi più grande del Mondo.

Non appena terminata la sua partecipazione, il maestro cerimoniere, con la sua inconfondibile voce ingollata annunciò che si sarebbe proiettato un video inviato dalla direttrice del Guinness da Londra. Cadde il silenzio totale e su uno schermo gigante apparve l’immagine di una bionda molto sorridente e con una leggera scollatura tra i fischi di ammirazione del pubblico maschile. In uno spagnolo traballante, la giovane donna ringraziò prima di tutto il governatore Egidio Torre (quando pronunciò la doppia erre di Torre lo fece con un’attenzione tale da non potersi sbagliare) e mentre faceva la lista dei nomi degli altri funzionari con il suo attentissimo spagnolo, un paio di furgoni con casse frigo si avvicinarono al retro dello schermo e i due chef, aiutati dalle loro cuoche senza macchia vestite di bianco iniziarono a tirare fuori dai contenitori pacchetti di circa 25 chili di gamberi.
Quando le cuoche lanciarono la cassa numero 22, il cocktail di San Fernando arrivò ai 540 chili e ufficialmente superò il record precedente che deteneva Mazatlan, Sinaloa. Un grido di euforia attraversò il luogo della festa e questa volta il maestro cerimoniere si azzittì. Anche se il momento di maggiore climax fu quando il bicchiere arrivò a 1.045 chili e apparve l’attrice Marianna Seoane che si dirigeva verso il suo posto appartato dagli altri in prima fila. Le grida di emozione rimbombarono per La Carbonera e il maestro cerimoniere non riuscì a frenarsi e con la sua voce ingollata scioccamente difficile da dimenticare gridò: ‘Livello superiore di prestigio turistico del mondooooo‘.

Non appena si sedette in prima fila, Seoane venne esortata dai membri del pubblico a fermarsi e mostrare il suo corpo: ‘Ti vogliamo vedere, Mariana‘, le gridavano ripetutamente. E lei si fermava, si girava e diceva: ‘Che buon pubblico‘. Subito dopo Seoane salì sul palco per accompagnare il governatore nell’assaggio di un sorso dal bicchiere. Vedendo da un’angolazione migliore il corpo ben tornito dell’attrice, il pubblico sbottò in un’euforia ancora maggiore. Anche il sindaco e sua moglie salirono al palco per posare insieme agli chef, a Seoane e al governatore, accanto al cocktail di gamberi più grande del Mondo. Nel mezzo dell’agitata festa, il politico fece un discorso che durò meno di due minuti e che concluse dicendo: ‘Questa è la nostra Tamaulipas. Tutti i giorni lavoriamo e nei giorni di riposo, che facciamo? Superiamo record mondiali‘.

Dopo il suo intervento anticlimax, il governatore fece una conferenza stampa informale con gli scarsi reporter presenti. Non menzionò nessuna delle manifestazioni cittadine di migliaia di persone che esigevano pace a Tampico né tanto meno accennò alla petizione delle Associazioni dei genitori che chiedevano di interrompere le lezioni dopo le vacanze fino a che non si confermasse che la situazione fosse sotto controllo e si garantisse l’integrità dei bambini. Dopo camminò alcuni minuti tra gli astanti, si lasciò scattare qualche foto e in meno di un’ora stava già andando via da San Fernando. Non restò a mangiare i gamberi. Da parte sua, Seoane venne assediata in continuazione dai fan mentre si dirigeva verso un altro palcoscenico dove si esibì in uno show musicale e se ne andò che non erano neanche le due del pomeriggio. Mentre l’attrice cantava, centinaia di sanfernandensi facevano la fila per prendere la loro porzione del cocktail di gamberi più grande del mondo. Nella zona della spiaggia, la festa era per tutti. Se la godevano dalle famiglie che indossavano cappelli giganti fatti con le casse di cartone della birra Tecate, fino ai giocatori di volley che giocavano appassionanti partite. C’erano anche bagnini improvvisati, venditori di spray anti-zanzare, genitori carichi di birra e tricicli, pastori in pantaloncini che cantavano canzoni del nord a pieni polmoni e bande di amici vestiti in mimetica che bevevano birra a tutta velocità, prima che suonassero le quattro del pomeriggio, l’ora in cui la Sonora Dinamita avrebbe smesso di suonare e sarebbero finiti i festeggiamenti. Proprio in quel momento tornai al tendone principale. Il bicchiere di cocktail di gamberi più grande del Mondo era completamente vuoto. I più di 17mila piccoli crostacei stavano già alimentando lo stomaco di quattro mila esseri umani sulla spiaggia de La Carbonera.

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Quella stessa sera del venerdì santo, dopo aver passato il giorno intero sulla spiaggia de La Carbonera, tornai al centro del paese, dove decine di case e negozi continuavano a restare abbandonati, alcuni semi-saccheggiati e in rovina. La notte precedente a che San Fernando riuscisse nell’impresa del cocktail di gamberi più grande del Mondo, un giovane era stato rapito in casa da uno dei gruppi di guerra che continuano ad operare nella zona. Una settimana prima era stato detenuto un pastore per aver fatto da spia per conto della mafia. Tre settimane prima la Marina aveva ucciso la figlia di un pastore evangelico segnalata come sicario. Un mese prima c’era stata una sparatoria di quasi un’ora in una valle vicina. Due mesi prima il sacerdote del paese che in occasioni speciali ha mediato nei sequestri era stato colpito mentre andava a consegnare il denaro del riscatto. Tre mesi prima un gruppo di giovani era stato sequestrato e presumibilmente portato via come schiavi da un altro commando armato. Quattro mesi prima erano stati rapite 20 persone nel lasso di tempo di una settimana e liberati in cambio di quantità di denaro che oscillavano tra i 500mila e i mille pesos.

Nessuno di questi fatti si diede a conoscere alla stampa nel momento in cui avvenne e la sensazione delle persone che ne parlavano era che a San Fernando ancora il peggio non fosse passato, ma che il peggio potesse continuare ad accadere in qualsiasi momento. Alcuni cittadini che intervistai erano infastiditi dal record del Guinness. Sebbene l’arrivo della primavera strappasse loro un sorriso come a qualunque essere umano, e fossero contenti del recupero di uno spazio come la spiaggia de La Carbonera – fosse anche solo per qualche ora – la paura di essere rapiti e assassinati prevaleva tra gli abitanti. L’idea del cocktail di gamberi più grande del Mondo che avevano avuto il sindaco e il governatore per diminuire l’odore di morte del paese, più nell’immagine esteriore che nella realtà quotidiana era vista con scetticismo. Per loro si trattava di un muro di fumo meno ingenuo che patetico. ‘Non si può nascondere la realtà di San Fernando con un cocktail di gamberi, per grande che sia‘, mi disse uno di loro. Un altro aggiunse: ‘Bah, si, abbiamo un governatore che non ha risolto neanche il crimine di suo fratello, come possiamo credere che vuole risolvere veramente i problemi di sicurezza che abbiamo tutti noi? Questa è la terra di nessuno’.

Quando scese la sera, nelle strade del centro una piccola processione per il venerdì santo passò in silenzio. Tutti i fedeli che la accompagnavano andavano vestiti di bianco e risultava facile immaginare che non stessero chiedendo che il loro governo cercasse di imporre un record mondiale gastronomico. La mattina seguente, sabato santo, mentre ci lasciavamo alle spalle la valle di San Fernando, con i suoi prati verdi lucenti e le sue belle praterie che si perdevano all’orizzonte rosa dell’alba, facevamo fatica a credere che mentre Tamaulipas era il pozzo nel quale sparisce la democrazia in Messico, le autorità del luogo chiedessero di dimenticare l’orrore con un cocktail di gamberi.

Leggi la prima parte del reportage

(Traduzione di Alessia Grossi)