Tra i sistemi utilizzati nei “black sites”, le prigioni segrete gestite dai servizi segreti all’estero, ci sono la reidratazione rettale e l’alimentazione dal retto, la privazione del sonno per quasi una settimana e le minacce alle famiglie dei detenuti. Il “vassoio del pranzo” dei detenuti, che conteneva hummus, pasta, noci e uvetta, veniva fatto passare e iniettato per via rettale. Altri prigionieri morti di ipotermia perché costretti a stare stesi sul cemento freddo per ore. Oppure lasciati camminare in giro nudi e incatenati, o incapucciati e presi a schiaffi. Altri ancora privati del sonno e tenuti svegli fino a 180 ore, in piedi o in posizioni di stress, a volte con le mani incatenate sopra le teste. O sottoposti alla nota tecnica del “waterboarding”, un annegamento controllato.
525 pagine del rapporto di commissione Intelligence del Senato dalle quali risulta che questi metodi disumani non sono stati assolutamente efficaci. Tutti i programmi di tortura sono stati progettati per causare dolore e suscitare false informazioni. E anche questo lo è Stato: brutale e inefficace. Un sistema erroneo fondato sugli stessi metodi di tortura cinesi destinati non ad ottenere la verità ma piuttosto a indurre ad artificiose confessioni. Probabilmente c’era proprio bisogno di creare false informazioni per poter giustificare la “Guerra al Terrore”.
È sempre stato noto che il governo degli Stati Uniti ha illegalmente detenuto e torturato i prigionieri dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. E in fondo è altrettanto risaputo che da sempre vengono utilizzati dei metodi di tortura brutali per ottenere informazioni. Ma ora sono emersi dettagli ancora più schiaccianti di alcune delle violazioni dei diritti umani, autorizzate dalle più alte autorità degli Stati Uniti. La pubblicazione di questo rapporto solleva la questione del perché nessuno sia mai stato ritenuto responsabile per questi crimini. Appurato che queste torture non hanno funzionato, come mai le menti e gli esecutori delle stesse sono ancora in giro? Le mancate conseguenze giuridiche nei confronti dei torturatori, hanno portato la maggior parte degli attivisti per i diritti umani a sperare che la pubblicazione di tale rapporto possa definitivamente far luce sulle responsabilità di queste persone. Perché lo scandalo è proprio questo: la mancanza di responsabilità penale. A tutti è chiaro che tale programma di torture è stato ideato ai massimi livelli, con il coinvolgimento della Casa Bianca, il Dipartimento di Giustizia, la CIA e il Dipartimento della Difesa.
L’agenzia di intelligence e le altre autorità statunitensi non hanno agito da sole, ma impegnate con partner in tutto il mondo per contribuire a facilitare le torture e la detenzione segreta di quelli sospettati di coinvolgimento in attività terroristiche.
Il rapporto completo comprende 6,600 pagine che rimangono ancora Top Secret. Contiene i dettagli di ogni detenuto in custodia della CIA, le condizioni in cui sono stati arrestati, e come sono stati interrogati. Molte organizzazioni dei diritti umani, tra cui Amnesty International, chiedono che venga pubblicato per intero il rapporto, senza tentare di oscurare la violazione dei diritti di questi detenuti. Senza insabbiamenti. C’è da augurarsi che queste nuove informazioni possano scioccare in qualche modo il presidente Obama, e fare in modo che non vengano mai più riutilizzati questi sistemi di interrogatorio. Forse soltanto una ingenua illusione.