La mamma del bambino in lacrime quando ha saputo della convalida del fermo. In un'intercettazione ambientale il nonno dice: "Aveva il corpo in macchina, non sapeva dove buttarlo". Gip: "Indole malvagia"
“Voglio andare ai funerali di mio figlio, sono innocente”. Ha pianto Veronica Panarello quando l’avvocato difensore Francesco Villardita le ha detto che dovrà rimanere nel carcere di Catania, come ha deciso il gip dopo la convalida del fermo per l’omicidio del figlio Andrea Loris Stival. Subito dopo le lacrime – racconta Villardita all’uscita dal penitenziario – “con lucidità ha letto l’ordinanza ribadendo, coerentemente la stessa versione data: ha portato il figlio a scuola, ed è innocente”.
I quattro elementi che hanno portato al fermo
Lo stesso racconto che Veronica ripete dalla mattina di sabato 29 novembre, e che carabinieri, polizia e Procura di Ragusa sono convinti di aver smontato punto per punto. Arrivando alla conclusione che sia stata lei a uccidere il bimbo di 8 anni, strangolandolo e gettandolo poi nel canale di cemento di Mulino Vecchio, a 4 chilometri da Santa Croce Camerina. “Ha agito da sola, con cinismo e determinazione” si legge nel provvedimento di fermo che si regge, hanno reso noto il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota, su quattro elementi: le fascette consegnate alle maestre che sarebbero compatibili con quelle con cui è stato legato e strangolato Loris; il fragile profilo psicologico di Veronica; le telecamere che non la riprendono mai nelle vicinanze della scuola elementare di Santa Croce Camerina; e il suo passaggio nei pressi del Mulino Vecchio.
Gip: “Veronica è di indole malvagia”
L’avvocato Villardita si sofferma proprio su questo ultimo punto: “Veronica ha contestato che la vettura che si vede passare vicino al Mulino Vecchio non è la sua, ma soltanto un’auto compatibile con la Polo”. Mentre il gip Claudio Maggioni sottolinea “l’indole malvagia“, della 26enne che “è priva del più elementare senso d’umana pietà”. Per il giudice non ci sono dubbi: a uccidere Loris è stata lei, con “evidente volontà di volere infliggere alla vittima sofferenze”, e questo spiega il suo silenzio. Ma Veronica continua a giurare la sua innocenza: “Non ho ucciso Loris. Sono sotto attacco mediatico e anche la famiglia non mi crede. Ai miei cari dico: non mi abbandonate“.
Nonno di Loris: “L’ha messo in macchina, non sapeva dove buttarlo”
Ma è proprio tra i familiari che serpeggiano i primi dubbi sulla sua innocenza. Il marito Davide Stival, dopo aver visto un filmato della Procura di Ragusa che ricostruisce gli spostamenti di Veronica di quel 29 novembre, cede. Le sue parole vengono catturate da un’intercettazione ambientale mentre parla con i suoi suoi genitori, Pinuccia e Andrea, e la zia Maria Giovanna. “Ti rendi conto dei giri che ha fatto…”, dice Davide, commentando il passaggio della Polo nera riconducibile alla moglie nella strada poderale che porta al Mulino Vecchio. “Sei minuti”, sottolinea il marito 29enne. “Eh certo Davide, ha impiegato di più perché aveva Loris dentro la macchina”, risponde nonno Andrea. “Sei minuti… certo che aveva Loris dentro la macchina”, aggiunge il papà del bambino. Poi è ancora nonno Andrea a parlare: “Aveva Loris dentro la macchina e non sapeva dove cazzo doveva buttarlo il bambino…. Buttana…”.
Mamma di Veronica: “Ha consegnato le fascette alle maestre perché se ne voleva liberare”
Le stesse certezze vengono catturate in un’intercettazione telefonica tra la mamma di Veronica, Carmela Anguzza, e la nonna materna. “Sei minuti è stata dove è morto il bambino…”, dice la nonna. “Il tempo di buttare il bambino di sotto… Perché per buttare l’immondizia (come sostiene Veronica, ndr) non ci vogliono sei minuti…”, dice Carmela. Poi la nonna si chiede: “Non gli fanno vedere neanche il funerale, te lo dico io… Era già grande il bambino, perché l’ha ucciso”. “Ma che ne so perché l’ha ucciso mamma… io ho l’impressione perché perché somiglia a me.. mi odia così tanto questa disgraziata…”. Poi le due parlano delle fascette. Carmela non ha dubbi: “Tranquilla, tranquilla se ne voleva liberare così… forse le voleva far scomparire da dentro (casa, ndr)… perché lei non è potuta uscire più, era controllata… Forse delle fascette se ne voleva sbarazzare in quel modo…” .
Difensore: “Ricorso a Tribunale Libertà”
Intanto l’avvocato difensore, Francesco Villardita ha anticipato che farà ricorso al Tribunale della Libertà. Ma esclude l’ipotesi che a Veronica possa essere concesso un permesso per partecipare alle esequie di Loris che dovrebbero tenersi la prossima settimana.