L'infrastruttura che doveva nascere e prosperare in project financing e senza nessun finanziamento pubblico ora è costretta a sperare nell'aiuto di governo e Regione Lombardia, che stanzieranno intorno ai 300 milioni di euro. Ma dalle istituzioni non confermano
Doveva essere l’autostrada costruita senza alcun finanziamento pubblico. Ma presto, di soldi dello Stato, alla Brebemi ne arriveranno tanti: più di 300 milioni, gran parte dal governo e un po’ da Regione Lombardia. La nuova arteria che collega Milano a Brescia rischia così di perdere l’ultimo vanto che le è rimasto, visto che quello di opera utile, sinora, non ha potuto spenderlo per nulla, a causa delle sei corsie semideserte. Con un numero di passaggi giornalieri che lo scorso settembre non raggiungeva i 20mila, a fronte dei 40mila promessi per il 2014 in fase di progetto e ai 60mila da raggiungere a regime. E ora bisogna metterci una pezza.
I mancati introiti da pedaggio pesano sul piano finanziario e si aggiungono all’aumento dei costi di realizzazione. È quest’ultima, in realtà, l’argomentazione che preferiscono usare i vertici della società, da mesi alla ricerca di un aiuto pubblico. Adesso l’aiuto è vicino: il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e il governatore Roberto Maroni si sono incontrati e hanno trovato l’accordo, secondo quanto riportato dall’agenzia Agielle e dalle pagine locali del Corriere della sera. L’intervento non sarà nella forma della defiscalizzazione, impossibile dal punto di vista tecnico perché l’opera è stata completata ed è già in esercizio, né sottoforma di un prolungamento decennale della concessione. Sarà in moneta sonante, stando a quanto trapelato sinora: il governo dovrebbe sborsare 270 milioni, spalmati su più anni, mentre la regione una sessantina. Le fonti istituzionali non confermano i dettagli.
Dal ministero fanno sapere che non c’è ancora alcuna decisione in merito e che lunedì Lupi e Maroni si incontreranno di nuovo. Il presidente lombardo, dal canto suo, si è limitato a dichiarare che “ci sono buone notizie per la ridefinizione del piano finanziario. Stiamo attendendo la formalizzazione del piano di rifinanziamento, ieri (giovedì, ndr) ne abbiamo discusso con il governo e sono molto ottimista al riguardo”. Da Brebemi sostengono di non essere in grado di rispondere a domande sull’incontro tra Lupi e Maroni, visto che la società non vi ha partecipato. Nessuno però smentisce che le casse pubbliche daranno il loro bel contributo. Eppure doveva essere un’opera realizzata completamente in project financing, “la prima autostrada realizzata senza un euro di finanziamento pubblico”, come in passato ha detto più volte il presidente di Brebemi Francesco Bettoni.
Una visione, la sua, che già poteva essere messa in dubbio: gran parte dei 2,4 miliardi di euro necessari sono arrivati infatti dai finanziamenti della Banca europea degli investimenti e della Cassa depositi e prestiti, entrambe pubbliche. E ora l’aiuto dello Stato è pronto ad arrivare in modo diretto. Solo che quelli di Brebemi, che tra i soci ha Intesa Sanpaolo e il gruppo Gavio, si sono premurati di chiederlo a posteriori. Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia, dice di essere sconcertato: “E’ paradossale che Regione Lombardia, mentre annuncia tagli per 155 milioni al trasporto pubblico locale, metta tra le sue priorità il salvataggio di una concessionaria autostradale sull’orlo del fallimento a pochi mesi dalla sua apertura, a causa di un traffico nettamente al di sotto delle aspettative. L’accordo tra Lupi e Maroni, in più, va contro la volontà del Parlamento. La commissione Ambiente della Camera a novembre ha infatti approvato un ordine del giorno che impegna il governo a monitorare che i costi dell’autostrada Brebemi non gravino sulle casse dello Stato”.