A rivelarlo è stato l'interessato in una nota: "Sono tranquillissimo perché questa mia attività di favoreggiamento consisterebbe nell'esercizio della mia libera attività di giornalista che svolgo da persona perbene da oltre 25 anni"
Gian Marco Chiocci, direttore del quotidiano “Il Tempo” è indagato per favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale. “Apprendo da qualificate fonti giornalistiche”, ha scritto in una nota, “di essere indagato. Sono tranquillissimo perché questa mia attività di favoreggiamento – evidentemente – consisterebbe, non so in quale modo, nell’esercizio della mia libera attività di giornalista che svolgo allo stesso modo, cioè da persona perbene, da oltre 25 anni. Sono naturalmente a disposizione degli inquirenti in ogni momento, se mai lo dovessero ritenere opportuno”.
Agli atti dell’inchiesta, i Ros riportano di un incontro avuto il 14 marzo scorso tra l’ex Nar Massimo Carminati e Chiocci nello studio del legale del “Nero”, Ippolita Naso. Carminati arriva da un ingresso e va via da un altro. Sul ‘Tempo’ nei giorni scorsi lo stesso Chiocci aveva scritto in un articolo del suo colloquio con Carminati sottolineandone la rilevanza giornalistica e spiegando di non averne scritto perché l’ex Nar non diede il benestare alla pubblicazione.
Negli atti dell’inchiesta emergono anche i contatti del patron delle cooperative rosse arrestato Salvatore Buzzi con i giornalisti del ‘Tempo’ Valeria Di Corrado e con quello del ‘Messaggero’ Claudio Marincola. In entrambi i casi Buzzi cercava di far uscire articoli sul presunto conflitto di interesse del giudice Linda Sandulli che avrebbe dovuto decidere su un appalto che riguardava una sua cooperativa. Il quotidiano di Chiocci pubblicò un articolo sull’argomento (il 12 marzo). Buzzi, in una telefonata disse: “E’ ‘na bomba, mò io sto a fa’ un breve comunicato e sto a anda’ de corsa dal direttore del Tempo“. Chiocci, contattato dal Fatto, aveva spiegato di essere rimasto “persino stupito: me l’ha presentato Alemanno e lui si è presentato con i documenti e una notizia, quindi ci abbiamo lavorato; ho girato le informazioni a una mia collega che ha iniziato a seguire la vicenda, niente di più e niente di meno”.