Sono state soprattutto le intercettazione telefoniche e le telecamere piazzate all’interno dell’ufficio del dipendente dell’Asp di Palermo, Pietro Li Sacchi, oltre all’esposto presentato dal commissario straordinario dell’Azienda sanitaria, Antonino Candela, a consentire ai Carabinieri di scoprire il maxi raggiro del ‘Farmagate‘ che, all’alba di oggi, ha portato all’arresto di tre farmacisti palermitani, un titolare di una parafarmacia, un funzionario dell’Asp e un “faccendiere”. Secondo quanto emerso dalle indagini, Li Sacchi, impiegato dell’ufficio H del dipartimento Riabilitazione dell’Asp, utilizzava le proprie credenziali per accedere al sistema informatico, alterare i dati degli assistiti e creare autorizzazioni false per l’erogazione e il successivo rimborso dei presidi medici a carico del Sistema Sanitario. In alcuni casi i nomi dei pazienti erano anche di soggetti deceduti o emigrati all’estero da tempo. Trait d’union fra l’impiegato dell’Asp e i farmacisti consenzienti era Giuseppe Villano, il quale aveva il compito di consegnare i blocchi di autorizzazioni falsificate e ritirare pannoloni e prodotti per celiaci. Da qualche tempo, l’Asp aveva bloccato i pagamenti, ma i farmacisti non si erano rassegnati e avevano presentato un esposto in Procura e persino un decreto ingiuntivo contro l’azienda sanitaria. Migliaia le autorizzazioni già esaminate. “Un’attività creativa da parte del dipendente dell’Asp – ha spiegato Luigi Velardi, responsabile della sezione di polizia giudiziaria della procura di Palermo – che inventava delle autorizzazioni che consentivano poi di presentare al rimborso, a carico del Servizio Sanitario, il costo di questi pannoloni che in realtà non erano minimamente utilizzati per assistiti realmente esistenti”

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