I fatti contestati si riferivano al 2005, quando l'esponente del Pd era presidente della Regione Basilicata. Al centro dell'inchiesta l'assegnazione di un incarico da circa 23mila euro
Il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico (Pd) è stato assolto dall’accusa di abuso d’ufficio perché il fatto non sussiste. La sentenza del tribunale di Potenza riguarda l’assegnazione di un incarico di circa 23mila euro per la riforma degli uffici regionali avvenuta nel 2005 a favore di un esperto esterno all’organico della Regione. Oltre a Bubbico sono stati assolti anche gli ex consiglieri regionali della Basilicata Egidio Digilio, Rosa Mastrosimone e Giacomo Nardiello. All’epoca Bubbico era presidente della Regione Basilicata.
I quattro accusati – ve ne era un quinto, Antonio Flovilla, il quale invece non ha rinunciato alla prescrizione come invece hanno fatto ad aprile gli altri – facevano parte dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale. Il pm Gerardo Salvia aveva chiesto per tutti la condanna a un anno e sei mesi di reclusione spiegando che “si può escludere la necessità dell’esternalizzazione dell’incarico e la Regione si è rivolta al personale interno, una compagine folta composta da 87 dipendenti di cui nove dirigenti, in modo generico e con tempi brevi, ed è caratterizzata ‘dall’ombrosità’ anche la genericità dell’oggetto dell’incarico”.
Secondo il legale di Bubbico, l’avvocato Leonardo Pace, “si può invece escludere ogni violazione della legge, perché si deve tenere conto dell’alto profilo dell’incaricato per un progetto di ampia portata, e tutti i dirigenti e in funzionari convocati durante il dibattimento hanno chiaramente spiegato che non vi erano professionalità in grado di svolgerlo. Lo stesso viceministro ha chiarito che la rinuncia alla prescrizione era stata voluta proprio per la convinzione della bontà e della legalità delle procedure, nel pieno rispetto di tutte le norme”. Bubbico era stato prosciolto anche dalle accuse di uno dei filoni dell’inchiesta Why Not.