I cori natalizi per strada? A Madrid potrebbero costare fino a 600 mila euro di multa. Ma non solo. Addio agli assembramenti di piazza non autorizzati (dagli spettacoli di burattini alle proteste dei lavoratori), addio alle storiche tende degli indignados a Puerta del Sol e perfino ai costumi di carnevale che s’ispirano alle forze dell’ordine: niente spille da sceriffo o finti manganelli. E se un agente chiede un documento d’identificazione, gli spagnoli faranno bene a non dimenticarlo a casa: potrebbero rischiare l’arresto o fare ammenda con ben 30 mila euro di multa. Sono solo alcuni esempi della contestata Ley de Seguridad Ciudadana (Legge sulla sicurezza pubblica) che il governo di Rajoy ha appena approvato alla Camera dei deputati, nonostante il veto di tutta l’opposizione (181 voti a favore contro 141). Adesso la legge passa al Senato per l’ultimo iter. E se non ci saranno ulteriori emendamenti, a breve i cittadini potranno leggerla per intero sul Boe, la Gazzetta ufficiale iberica.
La ley mordaza
Dalla sua prima stesura, più di un anno fa, il disegno di legge è stato oggetto di forti polemiche da parte di partiti politici, associazioni e collettivi sociali, che l’hanno battezzato ley mordaza (legge bavaglio). Nei piani iniziali del ministero degli Interni c’era pure una sanzione di 600 mila euro a chi partecipasse a proteste vicino Las Cortes, senza l’autorizzazione del governo. Oggi, dopo vari cambi che hanno reso meno aspre le sanzioni, fare comunella vicino alla Camera o al Senato prevede una multa salata solo in caso di “gravi disordini”. Il testo però parla chiaro: un totale di 45 nuove infrazioni divise tra molto gravi (con sanzioni dai 30 mila ai 600 mila euro), gravi (da 600 a 30 mila euro) e lievi (da 100 a 600 euro).
Rimpatrio immediato
Tra i divieti niente manifesti o slogan offensivi, perfino su Twitter, né foto o video ai poliziotti nell’esercizio delle loro funzioni, elemento chiave in passato per denunciare alcuni abusi durante le proteste di piazza. Ma anche la mancanza di rispetto agli agenti verrà sanzionata. L’ultima novità introdotta, e non meno polemica, è stata la modifica alla legge sull’Immigrazione per legalizzare il rimpatrio immediato degli immigrati sul confine di Ceuta e Melilla. L’emendamento, che ha generato le ire anche dell’Ue, è stato oggetto di dura discussione in Parlamento, ma con l’approvazione a maggioranza, anche questo articolo è passato al Senato. Unica modifica? Gli stranieri saranno rispediti a casa se tenteranno, non da soli ma in gruppo, di oltrepassare la linea di confine.
Le polemiche
“Un ritorno allo stato di polizia”, ha spiegato il socialista Antonio Trevín. “Con l’alibi della sicurezza vogliono limitare i diritti dei cittadini”. Tanto più che la legge trasforma in sanzioni amministrative quelle che erano reati inclusi nel Codice penale, quindi sottoposti a controllo giudiziario. “È un momento triste per la democrazia” ha sottolineato in aula Ricardo Sixto, di Izquierda Plural, mentre i suoi colleghi di gruppo protestavano dagli scranni in piedi con un fazzoletto sulla bocca. E più triste lo sarà per i vari collettivi che in questi ultimi anni di crisi economica e finanziaria hanno portato avanti grandi lotte per la casa, l’ambiente e il lavoro. La disobbedienza civile della Pah, ad esempio, che si occupa delle vittime di sfratto, sta cambiando: invece di occupare gli uffici pubblici, il collettivo ha cominciato a bloccarli. “Non abbiamo certo intenzione di restarcene a casa se c’è bisogno di protestare”, fa sapere Carlos Macías, del gruppo di Barcellona.
La denuncia di Amnesty
La legge “colpisce in generali i diritti di tutti”, dice Amnesty International, che già lo scorso aprile aveva pubblicato un preoccupante rapporto intitolato “Spagna, minacce al diritto di manifestare”. “L’uso eccessivo della forza da parte della polizia e le proposte di inasprimento delle leggi repressive sono un chiaro esempio della determinazione con cui il governo di Madrid intende stroncare le proteste pacifiche” ha dichiarato Jezerca Tigani, vicedirettrice del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International. Tra il 2012 e i 2013 molti sono stati i casi di abusi: Ester Quintana ha perso l’occhio sinistro dopo essere stata colpita da un proiettile di gomma esploso da un agente di polizia nel corso di una manifestazione a Barcellona.
Ma anche diversi giornalisti e fotografi che seguivano le manifestazioni sono stati a loro volta presi di mira dalla polizia, che ha danneggiato videocamere e altre attrezzature per impedire di riprendere le loro azioni violente. “Piuttosto che emanare nuove leggi repressive, il governo e il parlamento devono rivedere le leggi, le politiche e le procedure riguardanti le riunioni pubbliche e le manifestazioni, per assicurare che siano in linea con gli obblighi assunti a livello internazionale” – ha sottolineato Tigani. “Le autorità spagnole si stanno muovendo nella direzione sbagliata. Restringendo ulteriormente i diritti alla libertà d’espressione e di manifestazione, non faranno altro che aumentare la distanza tra chi ha il potere e la popolazione spagnola”, conclude il report di Amnesty International.
@si_ragu