Spopola su Twitter l’hashtag #illridewithyou (verrò con te) lanciato dai residenti di Sydney in solidarietà con i musulmani australiani, nel timore di fiammate di intolleranza religiosa causate dalla vicenda degli ostaggi. L’hashtag è al momento il più twittato a livello mondiale. In molti si propongono di accompagnare nelle strade chi indossa abiti a carattere religioso, come l’hijab. Pare che a dare il via all’iniziativa sia stato il caso di una residente di Sydney, Rachael Jacobs, che ha raccontato su Facebook di avere visto una donna sul treno che si toglieva il velo e di essersi offerta di camminare con lei. Da lì i messaggi che spopolano sui social network, in cui ci si offre di accompagnare qualunque musulmano si senta intimidito.
Australia, gruppi musulmani condannano il gesto
Una cinquantina di gruppi musulmani hanno diffuso una dichiarazione comune per condannare il sequestro di ostaggi nel Caffè Lindt nel centro di Sydney. “I nostri pensieri immediati vanno agli ostaggi e alle loro persone care. Preghiamo per la loro incolumità e speriamo che la questione sia risolta presto e pacificamente. Respingiamo qualsiasi tentativo di attentare alla vita innocente di qualsiasi essere umano e o di infondere paura e terrore nei loro cuori”, si legge nella dichiarazione. “Un simile spregevole atto serve solo favorire l’agenda di chi cerca di distruggere la buona volontà degli australiani, di danneggiare ulteriormente e di ridicolizzare la religione dell’Islam e i musulmani australiani in tutto il Paese – prosegue la nota – ricordiamo a tutti che l’iscrizione in arabo sulla bandiera nera non rappresenta un messaggio politico, ma riafferma una testimonianza di fede che è stata abusata da individui fuorviati che non rappresentano nessuno oltre a se stessi”.
Sui siti arabi messaggi pro-sequestro
“Oh eroi, uccidete tutti gli ostaggi”. E’ questo uno dei numerosi messaggi con cui i lettori hanno commentato il sequestro sul web. L’autore del sequestro ha esposto una bandiera nera dello Stato islamico (Is) e molti dei lettori già lo chiamano “eroe“. “L’Australia e tutti i paesi del mondo – scrive un lettore a commento di un articolo pubblicato sul sito della tv qatariota Al Jazeera – devono capire che sono stati loro a iniziare”. Il lettore chiede quindi di “uccidere tutti gli ostaggi, perché il loro Paese che fa appelli alla libertà, ci attacca e ci bombarda. Non abbiate pietà dei loro popoli, perché loro sono come i governi che eleggono. Uccideteli tutti e distruggeteli, come loro fanno con noi. Fate in modo che spendano il loro denaro per proteggere sé stessi e non per bombardarci”. “Questa è l’Australia – si legge in un altro commento sullo stesso sito – alleata dei crociati contro l’Is, che odia l’Islam e i musulmani, che prova un rancore che nessuno ha mai visto nella storia dell’umanità. Non dimenticate che la violenza genera violenza e fate attenzione quando attaccate gli oppressi”.
Non mancano i commenti di lettori che condannano il sequestro di Sydney, che sono la maggioranza sul sito di al-Arabiya, tv satellitare concorrente di al-Jazeera. Ma anche sul sito della Cnn in lingua araba si contano decine di messaggi a favore del sequestratore. “Tanti auguri agli australiani – si legge in uno dei commenti – questo è solo l’inizio”. In un altro messaggio si fa riferimento alle parole del Gran Mufti di Australia, Ibrahim Abu Mohamed, che ha condannato il sequestro definendolo contrario all’Islam. “Il Mufti si comporta come la volpe – si legge – dice una cosa, ma ne pensa un’altra. Quando l’Is sarà più forte, lui sarà il primo a decapitare gli australiani. Lo stesso farà lo sceicco di al-Azhar, che benedirà le decapitazioni”. Anche su molti siti egiziani non mancano i messaggi di esultanza. Sono numerosi, ad esempio, quelli pubblicati a commento di un articolo su sul sito del quotidiano Youm 7. “Speriamo – scrive un lettore – che arrivi presto il momento dell’America“.