A proporre la manovra è stato l’assessore alle Risorse finanziarie del Comune, Gian Luca Brasini: "Vogliamo restituire fiducia al tessuto produttivo del nostro territorio"
Rimborsare le tasse alle start up e alle imprese che assumono per aiutare il tessuto produttivo locale a riprendersi dalla crisi economica. E’ questa la ricetta alla base della manovra pensata dall’assessore alle Risorse finanziarie del Comune di Rimini, Gian Luca Brasini, per alleggerire la pressione fiscale sulle aziende del territorio, già alle prese con una recessione che sembra senza fine. Una sorta di “no tax area”, insomma, che prevede il rimborso, per almeno un anno, delle tasse comunali, tra cui Tasi, Tari, occupazione di suolo pubblico, fino all’Imu, per tutte le nuove imprese o per le attività che garantiranno il turn-over assumendo lavoratori, e creando quindi occupazione.
“Nel pensare a questa manovra – racconta Brasini, che il 10 dicembre ha portato in commissione comunale la proposta di manovra ancora in fase di studio – siamo partiti dal presupposto che la riforma che ha introdotto l’Imu in Italia, cioè il decreto legislativo numero 23 del 14 marzo 2011, governo Berlusconi IV, ha messo i sindaci di tutto il paese nella condizione di dover riscuotere imposte locali per conto dello Stato, raddoppiando peraltro le tasse a carico di famiglie e imprese. Una ‘riforma–disastro’ basata su una rivalutazione stupida dei valori catastali di immobili e superfici occupate da case o attività commerciali, che di fatto ha aumentato enormemente le imposte. Questa situazione ha particolarmente penalizzato le imprese e abbiamo deciso, come Comune, di ideare una soluzione in grado di restituire fiducia al territorio, alleggerendo al contempo la pressione fiscale che oggi con la crisi è particolarmente gravosa”.
A livello pratico, spiega il Comune, l’obiettivo è abrogare le imposte comunali più l’Imu per almeno un anno (ma il periodo di tempo potrebbe essere esteso), “siccome però la maggior parte di queste tasse è applicabile a tutta la popolazione, non possiamo semplicemente cancellarle, dobbiamo rimborsarle istituendo fondi di bilancio specifici”. Così avverrà ad esempio per la Tasi, la tariffa sui servizi indivisibili, per l’imposta comunale sulla pubblicità, per la tassa relativa all’occupazione di suolo pubblico. “Anche per quanto riguarda la Tari, la tassa sui rifiuti, prevediamo di istituire un fondo per restituire i costi del tributo alle nuove aziende o alle realtà produttive che decidono di assumere, tuttavia, poiché rimborsare in toto l’importo dell’imposta costerebbe al Comune 2,5 milioni di euro e non disponiamo di quella capienza di bilancio, probabilmente sarà ad esaurimento”.
E sempre per questioni di bilancio non tutte le aziende avranno diritto ad accedere alla no tax area, ma potrà farlo solo chi assume, chi apre e le start up innovative. “Oggi, a causa della precarizzazione del mercato del lavoro, molte delle nuove partite Iva aperte in Italia corrispondono a lavoratori dipendenti costretti a mettersi in proprio perché il datore di lavoro rifiuta di assumerli a contratto, non a nuove imprese. Per questo probabilmente inseriremo l’obbligo, per accedere ai rimborsi, di assumere almeno un lavoratore. Abbiamo deciso di dare la priorità a chi crea occupazione, a chi decide di investire in una nuova attività, e a chi porta innovazione”.
L’obiettivo, da un lato, è quello di attirare nuove imprese nel territorio, e dall’altro restituire fiducia al tessuto produttivo, già costretto a fare i conti con burocrazia, contrazione della domanda e difficile accesso al credito. Un’idea che in città ha già raccolto il parere positivo delle associazioni di categoria, che solo qualche settimana fa diffondevano i dati relativi all’andamento negativo nel primo semestre del 2014.
“Nella situazione di crisi economica in cui ci troviamo, tutte le iniziative che possono aiutare le imprese ad alleggerire la pressione fiscale sono accolte a braccia aperte – sottolinea Luca Ortalli, responsabile della Cna di Rimini – la manovra proposta dall’assessore Brasini ovviamente non può risolvere il problema, tuttavia rappresenta un segnale importante per il territorio, e auspichiamo che possa fungere da modello anche per altri Comuni dell’Emilia Romagna”.
“La situazione è preoccupante – commenta anche Paolo Maggioli, presidente di Unindustria Rimini – l’Italia è ancora lontana dal vedere la luce in fonda al tunnel, quindi ideare nuove modalità per attrarre imprese è importante. Tuttavia attendiamo di vedere i dettagli del piano, senza dimenticare che bisognerebbe pensare anche a soluzioni che vadano a sostegno delle aziende già presenti sul territorio, ma escluse dalla manovra, che soffrono la crisi. Anche a quelle imprese un segnale va dato”.