Amoddio (Pd) e Dambruoso (Sc) presentano in Commissione alla Camera una riforma che porta a 20 e a 30 anni i termini per perseguire corrotti e concussori. Ma per gli alfaniani è una "fuga in avanti". Il viceministro Costa avverte: "Attendere il testo del governo", annunciato sull'onda di Mafia capitale e non ancora arrivato in Parlamento
Dalla maggioranza spunta un testo che prevede il raddoppio secco dei tempi di prescrizione per i reati di corruzione e concussione, che arriverebbero rispettivamente a 20 e 30 anni. Ma la norma presentata in Commissione giustizia alla Camera da Sofia Amoddio (Pd) e Stefano Dambruoso (Scelta civica, ex magistrato) è immediatamente bollato dall’Ncd come una “fuga in avanti”, per bocca di Alessandro Pagano. Intanto però, sullo stesso tema, si attende anche il testo del governo, annunciato dopo il consiglio dei ministri di venerdì scorso (indetto da Renzi via videomessaggio sull’onda di “Mafia capitale”), ma non ancora arrivato in Parlamento. “L’equilibrio e il compromesso si troveranno nel testo predisposto del governo”, avverte il viceministro alla Giustizia Enrico Costa, anche lui Ncd, dopo aver letto il testo Dambruoso-Amoddio.
Scandali o meno, insomma, la riforma della prescrizione si conferma un tasto dolentissimo nei rapporti interni alla maggioranza guidata da Renzi. Dopo il cdm, il premier ha annunciato l’aumento delle pene per il reato di corruzione, con conseguente e automatica aumento dei termini di prescrizione, che sono legati alla pena massima. Mentre era stato soltanto evocato, sull’onda delle cronache giudiziarie romane, un intervento mirato per allungare in modo specifico i tempi di estinzione di determinati reati contro la pubblica amministrazione.
E’ proprio quest’ultima la novità introdotta dal testo di Amoddio e Dambruoso, e accolto con favore dal capogruppo Pd in Commissione giustizia Walter Verini. Prima di tutto, la norma prevede che i tempi aumentino, passando dal “massimo della pena edittale” al “massimo della pena edittale più un quarto”. Il che significa che se la condanna massima è, per esempio, 10 anni, il reato si estinguerà dopo 10 anni più un quarto, cioè dopo 12 anni e mezzo. In più si prevede che la prescrizione non possa essere comunque inferiore “ai sette anni”. E, appunto, i tempi di estinzione del reato raddoppiano nel caso in cui si tratti di reati contro la pubblica Amministrazione; di omicidio colposo in violazione del codice della strada; crollo di costruzioni o disastri dolosi, ambientali; delitti colposi di danno compresi naufragi o disastri aerei e ferroviari. Questi ultimi casi richiamano invece il processo Eternit per la strage dell’amianto, finito in nulla con una contestata sentenza della Corte di cassazione. Così il reato di concussione la cui pena massima è di 12 anni, si potrà estinguere in 30 anni (12 + 3, poi raddoppiati). Mentre per quello di corruzione, la prescrizione arriverà dopo 20 anni (8 + 2, raddoppiati).
Se poi nel frattempo inizia il processo, il testo richiama quanto già previsto dagli annunci del governo: sospensione dello scorrere del tempo per due anni dopo la condanna di primo grado e di un anno dopo la condanna di secondo grado. “Abbiamo inserito il raddoppio dei tempi di prescrizione dei reati che noi relatori riteniamo gravissimi, cioè corruzione, concussione e disastro doloso, come già avviene per l’associazione mafiosa, a delinquere, il traffico di droga o la violenza sessuale“, ha spiegato Amoddio. Il testo prevede anche maggiori tutele per i bambini che spesso hanno bisogno di tempi lunghi per denunciare gli abusi subiti. “Come aveva già proposto la commissione speciale istituita dall’ex Guardasigilli Paola Severino, la prescrizione per reati commessi a danno dei minori – come maltrattamenti in famiglia, prostituzione, tratta, violenza sessuale, adescamento e stalking – decorre dal giorno in cui la vittima ha compiuto 14 anni”.
E’ l’intervento “chirurgico” sui reati contro la pubblica amministrazione, però, a far innalzare le barricate dell’Ncd. “Occorre considerare, da un lato, l’esigenza di evitare che i processi possano essere bruciati dalla prescrizione, ma anche che l’allungamento dei termini di prescrizione determini il proporzionale allungamento dei termini dei processi”, specifica il viceministro alfaniano Costa. “Oggi infatti la data di prescrizione costituisce per il giudice uno stimolo ad agire in fretta e a concludere rapidamente il processo”. E “sui provvedimenti anticorruzione – aggiunge – occorrerà individuare il percorso più rapido perché possano trasformarsi in legge evitando personalismi e primogeniture”. Mentre il compagno di partito Pagano esorta “le forze di maggioranza” a non prendere iniziative che “genererebbero confusione oltre che danneggiare l’azione dello stesso esecutivo”.