AnsaldoBreda, la società di Finmeccanica specializzata nella costruzione di treni, tram e metropolitane, si appresta a diventare cinese. Il gruppo pubblico guidato da Mauro Moretti ha comunicato, senza fornire dettagli, che la Insigma – conglomerata con attività che vanno dalle telecomunicazioni ai servizi per il risparmio energetico – ha presentato un’offerta per rilevare la compagnia. Secondo quanto riportato oggi da Il Sole 24 Ore, gli asiatici hanno dato garanzia di un impegno finanziario superiore a 1,5 miliardi di euro attraverso la China merchants bank. L’offerta, scrive il quotidiano economico, è stata consegnata a Ubs e Mediobanca, consulenti di Finmeccanica per la cessione. L’altro pretendente, la giapponese Hitachi, che il 17 novembre aveva avanzato una proposta d’acquisto non vincolante, non si è invece ancora fatto avanti con un’offerta definitiva, ma Moretti ha fatto sapere che è ancora in gioco. Nel “pacchetto Ansaldo” è compresa, oltre alla Breda che ha chiuso il 2013 con perdite per 227 milioni, anche la Ansaldo Sts, che si occupa di segnalamento ferroviario, è considerata un gioiello tecnologico e ha bilanci in utile (75 milioni lo scorso anno).
A fine novembre il premier Matteo Renzi ha visitato uno stabilimento di AnsaldoBreda a Reggio Calabria ed è stato contestato da un gruppo di lavoratori a cassintegrati di altre aziende. In quell’occasione Moretti ha ribadito la volontà di “tirare una riga” sulla vendita “entro fine anno”, anche se “non si deve fare per forza e si farà solo se le offerte che arriveranno riusciranno a garantire al settore ferroviario italiano prospettive migliori di quelle che Finmeccanica, che ha problemi da ogni punto di vista, è in grado di garantire”. Nel perimetro della cessione sono compresi, oltre alle officine reggine, anche lo stabilimento di Pistoia e quello di Napoli, mentre l’impianto di Carini (Palermo) non è incluso e i sindacati temono che vada verso la chiusura.
In Borsa Finmeccanica ha chiuso la seduta di martedì in rialzo del 5,91%, mentre Sts ha registrato un +2,68 per cento. La conferma dell’offerta cinese è arrivata comunque a mercati chiusi.