Massimiliano Latorre si deve curare qui in Italia, ce lo stanno dicendo i medici e non vedo quindi come possa tornare in India. Noi non ci muoviamo da questa posizione”. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, nel corso del programma Porta a Porta, spiega che il fuciliere, colpito da un malore lo scorso settembre e rientrato in Italia per le cure, potrebbe fare rientro in India come richiesto dall’autorità giudiziaria.

La Corte suprema indiana aveva respinto le istanze presentate dai due Fucilieri di Marina, scatenando la polemica in Italia e l’ira del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che aveva fatto sapere di essere “fortemente contrariato” da quanto accaduto. Giorni fa Latorre e Girone avevano depositato istanze volte ad ottenere un’attenuazione delle condizioni della libertà provvisoria permettendo, nel primo caso, un’estensione della permanenza in Italia di quattro mesi per potersi anche sottoporre l’8 gennaio ad un intervento chirurgico e, nel secondo, un rientro in Puglia di tre mesi in occasione delle festività natalizie per essere vicino ai figli.

L’esito negativo delle richieste presentate al massimo tribunale indiano ha suscitato in giornata reazioni molto preoccupate nel mondo politico italiano, ed offerto anche l’occasione alle opposizioni di destra di considerare la decisione, pur proveniente da un tribunale, “uno schiaffo all’Italia“, sollecitando il governo Renzi a “fare qualcosa”. Alla reazione “contrariata” del Colle avevano fatto eco il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che ha parlato di “una decisione grave a cui credo che il Paese debba reagire con fermezza e unità”, e la titolare della Difesa Roberta Pinotti: “Una decisione grave che non ci aspettavamo. Siamo vicini ai nostri militari e adesso penseremo a come rispondere”, aveva preannunciato prima delle dichiarazioni in serata a Porta a Porta.

La decisione della Corte suprema indiana è una doccia gelata, è incomprensibile anche dal punto di vista umanitario e l’Italia non può che reagire. Stiamo seguendo il caso – ha aggiunto il ministro Pinotti – insieme al premier e al ministro degli Esteri e domani in Parlamento faremo il punto politico”. È, ha proseguito il ministro, “una situazione paradossale. Dopo una serie di udienze, non c’è ancora una specifico capo di imputazione. C’è l’arbitrato internazionale pronto, ma abbiamo lavorato ad un processo diplomatico prima di aprire un contenzioso. La riposta di oggi, tuttavia è una doccia gelata”.

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