“Cosa avrei detto io agli ispettori che cercavano il mio fidanzato? Avrei detto ‘no,non c’è’ se fossi stato convinto che non sarebbe stato un problema. Che poi è quello che ha pensato lei”. Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha commentato al programma radiofonico Un giorno da pecora la richiesta di 4 anni e 3 mesi di squalifica da parte della procura antidoping nei confronti della pattinatrice italiana, Carolina Kostner, accusata di aver coperto l’allora fidanzato, Alex Schwazer, quando gli ispettori si sono recati nell’abitazione dell’atleta per svolgere controlli sul marciatore. La pattinatrice, però, ha sempre negato di essere a conoscenza del fatto che il suo ex ragazzo facesse uso di sostanze dopanti: “Lo amavo – ha dichiarato – ma non fino al doping”.
Kostner aveva detto ai responsabili dei controlli che il fidanzato non si trovava lì con lei, mentre invece Schwazer era in casa. E’ questo il punto di forza dell’accusa, che sostiene come, se fosse stata all’oscuro di tutto, la pattinatrice non avrebbe avuto motivo di mentire. Di diversa opinione, invece, Malagò che confessa di trovarsi “in grandissimo imbarazzo”: “Devo accettare le norme di giustizia scritte da un organismo internazionale che prevede questo tipo sanzione per chi non denuncia. Io non sono affatto d’accordo, le sono molto vicino”.
L’indagine sull’uso di sostanze dopanti, denominata “Olimpia“, è iniziata alla vigilia delle Olimpiadi di Londra del 2012, quando Schwazer risultò positivo all’Epo. L’atleta di Vipiteno, squalificato per 3 anni e 6 mesi, ha sempre dichiarato di aver fatto tutto da solo, ma la procura antidoping di Bolzano ha scoperto una rete di complicità e coperture che coinvolge nella faccenda medici federali e un ex dirigente della Federazione italiana atletica leggera. Kostner ha sempre negato di essere a conoscenza delle sostanze assunte dall’ex fidanzato.