Botta e risposta concitato tra Peter Gomez e il ministro della Giustizia Andrea Orlando, nel corso del talk show di approfondimento politico “Dimartedì”, su La7. Il tema del confronto concerne le inchieste giudiziarie che hanno travolto Roma e Venezia. Il direttore de ilfattoquotidiano.it osserva: “Probabilmente Renzi non ha nulla da nascondere, ma allora perché non ha presentato un decreto legge per fare in fretta e dare un segnale? In conferenza stampa il premier a questa domanda ha risposto, dicendo che non si fanno decreti legge in questioni di giustizia penale. Ma io ricordo decine di decreti legge, come quello sul femminicidio”. E aggiunge: “Se vuole dare un segnale, perché Renzi non dice che da domani per decreto le fondazioni che fanno capo ai politici sono obbligate a rendere trasparenti l’elenco dei loro finanziatori? Qua tutti i soldi finivano alle fondazioni”. Orlando difende il patto del Nazareno e nega che l’accordo con Berlusconi leghi le mani del governo in materia di giustizia: “Ci hanno accusato del fatto che non avremmo mai introdotto nuovi reati. E invece abbiamo introdotto il reato di autoriciclaggio. Ora dicono che non si farà il falso in bilancio. Lo faremo, ma con grande pazienza”. Il ministro poi replica a Gomez: “Intervenire in ambito di norme penali, che comportano una restrizione della libertà della persona, è sempre meglio farlo attraverso la legge ordinaria che tramite il decreto. Dev’essere digerita, ragionata e inserita in un quadro organico dal Parlamento. In generale c’è una prassi costituzionale che sconsiglia l’uso del decreto legge”. Non ci sta il giornalista, che ribatte: “E com’è possibile che adesso la corruzione giudiziaria viene punita come la corruzione? Corrompere un giudice è un po’ più grave che corrompere un assessore. Il quadro organico ve lo siete dimenticato”. Orlando replica: “Non è un caso che stiamo affrontando questo tema con un disegno di legge che può consentire un’armonizzazione delle pene” di Gisella Ruccia