“Azzerare i vertici di Enasarco”. La richiesta arriva dai parlamentari del Movimento 5 Stelle, che nella seduta odierna della commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali hanno invocato il commissariamento della cassa degli agenti di commercio, “a tutela degli iscritti e degli inquilini che abitano gli immobili di proprietà della fondazione”. Sotto accusa “i gravissimi errori” nella gestione degli investimenti che in futuro dovranno garantire le pensioni e le perdite potenziali nascoste nelle pieghe del bilancio, che in passato sono state denunciate anche dall’ex vicepresidente Andrea Pozzi. “La realtà è che Enasarco ha male impiegato i soldi dei contributi pensionistici e l’attuale management, responsabile di speculazioni finanziarie, ha dimostrato negli anni di non essere in grado di assicurare un futuro ai propri iscritti”, scrivono i parlamentari pentastellati in una nota. Ma non solo, perché ai vertici dell’ente viene anche imputato di non avere presentato tutta la documentazione chiesta in commissione: “Vogliamo tirarci fuori dal giochino dei continui rinvii e delle tecniche dilatorie fatte di silenzi e documenti non forniti”.
“E’ un obbligo morale, politico e giuridico far rilevare che esistono i presupposti di legge per il commissariamento”, ha detto il senatore Sergio Puglia nel corso della seduta in cui era in programma l’audizione del presidente di Enasarco Brunetto Boco. La richiesta dei 5 Stelle è stata accompagnata dal deposito in commissione di una relazione in cui si passano in rassegna alcuni investimenti finiti a bilancio sotto il capitolo “investimenti alternativi”, per i quali “ricorrono ampiamente le condizioni per la perdita di valore durevole”. Viene tra l’altro ritenuto non corretto il fair value con cui sono state contabilizzate alcune poste, ovvero la stima del loro valore attuale, che non terrebbe conto di svalutazioni intorno ai 500 milioni di euro: “Questa esposizione dei dati ufficiali della fondazione Enasarco non è una rappresentazione potenzialmente opaca, bensì una rappresentazione potenzialmente falsa dei dati aziendali”, si legge nella relazione, dove i 5 Stelle parlano di “esercizio di pura cosmesi contabile” e sottolineano come l’indicazione di un fair value non veritiero possa “comportare potenzialmente il reato di false comunicazioni sociali e falso in bilancio, che è compito di altri istituzioni valutare”. Infine i vertici di Enasarco vengono accusati di avere presentato dati sulla quota di investimenti immobiliari rispetto al totale in cui sono stati omessi gli investimenti indiretti, “certamente contenuti nei cosiddetti ‘investimenti alternativi’, a volte dentro ‘scatole cinesi’ di fondi detenuti da società di investimento a capitale variabile”.
La domanda di commissariamento arriva dopo una serie di interrogazioni presentate alla Camera dalla deputata Roberta Lombardi e dopo la pubblicazione da parte de ilfattoquotidiano.it di un audio in cui l’ex vicepresidente Pozzi parla di tangenti dietro la scelta da parte di Enasarco dei gestori degli investimenti. Dal canto suo il presidente Boco, tra i vertici della cassa in rappresentanza della Uil in quanto segretario generale nazionale del sindacato del commercio Uiltucs, ha giudicato l’iniziativa dei 5 Stelle “ridicola”, dal momento che “tutta la relazione è un obbrobrio di insulti senza fondamento: non abbiamo mai omesso alcun documento, abbiamo dato al Parlamento oltre 400 pagine di documentazione e 50 allegati sulla gestione finanziaria dell’ente”. Boco ha poi citato una lettera del ministero del Lavoro “che dà precise valutazioni sulla positività del nostro bilancio” e ha ricordato che l’ente ha “deliberato azioni di responsabilità e richieste di danno nei confronti degli ex dirigenti”. Sulle vicende di Enasarco, già al vaglio degli inquirenti, dovrà ora esprimersi la commissione bicamerale, cui spetta la decisione di chiedere o meno il commissariamento ai ministeri vigilanti, ovvero quello del Lavoro e quello dell’Economia.
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