“All’inizio non credevo alla colpevolezza di Alberto”. Rita Poggi, mamma di Chiara, assassinata il 13 agosto 2007, lo dice al Corriere della Sera. “Ho preso coscienza man mano delle sue responsabilità. Per una madre è difficile – spiega -. Delle volte neghiamo a noi stessi l’evidenza, lo facciamo magari inconsciamente, come ho fatto io nei primissimi giorni. Dopo sette anni abbiamo avuto giustizia” aggiunge, subito dopo la condanna a 16 anni per Alberto Stasi. A lui “non mi sento di dire niente. È da tempo che ho rotto i ponti con quel ragazzo”.
Rita Poggi ha realizzato che Alberto poteva essere colpevole “quando l’hanno arrestato. Da lì in poi tornare indietro per me non è più stato possibile. Sono emersi sempre più elementi, ogni volta di più”. Poi rivolge un pensiero anche alla madre di Alberto: “Sono una mamma, posso capire lei come mamma di un ragazzo che viene prima assolto e ora condannato. Posso immaginare come stia e umanamente mi dispiace, ma io in questa storia sono dall’altra parte. Per me è una questione di giustizia. Io mia figlia non ce l’ho più”.
Il momento peggiore di questi sette anni, spiega la signora Poggi, è stato quello dell’assoluzione nel primo processo d’appello: “Lì ero proprio sconfortata. Eppure mai, nemmeno per un momento, ho pensato di arrendermi. Sarei andata avanti anche stavolta se fosse stato assolto di nuovo”. E, sul ricorso in Cassazione che farà Alberto Stasi, conclude: “Va bene. So che c’è un altro passo da fare. Lo faremo. Io sono la mamma di Chiara e Chiara è stata uccisa. Ho il dovere di cercare giustizia. Fino in fondo”.