E dopo il primo sì, è arrivato un altro no. L’Europa, nonostante il parere favorevole del Consiglio formale dei ministri della Cultura, tenutosi lo scorso 25 novembre a Bruxelles, ora minaccia una procedura di infrazione verso quei Paesi che non applicano l’aliquota del 22% sugli e-book.
E ancora una volta, tutto è nelle mani dell‘Ecofin-Economic and Financial Affairs, il Consiglio che raccoglie i ministri dell’Economia dei Paesi membri, forse la decisione si conoscerà al prossimo incontro, fissato per il 27 gennaio 2015.
Per quella data sarà terminato il semestre a guida italiana e, molto probabilmente, anche il presidente Giorgio Napolitano avrà dato le dimissioni. In sede Ecofin assisteremo a un nuovo ribaltone con l’approvazione dell’equiparazione dell’aliquota degli e-book a quella dei libri cartacei, o i ministri dell’Economia confermeranno due trattamenti diversi: 4% per i libri tradizionali e 22% per i libri digitali?
Francamente è molto difficile fare previsioni, bisognerebbe avere una sfera di cristallo o essere dotati di poteri paranormali, visto i continui cambiamenti d’opinione dei politici europei.
Anche il ministro Dario Franceschini non è ottimista, infatti, al question time, tenutosi lo scorso 10 dicembre alla Camera, rispondendo a un’interrogazione di Maria Coscia, capogruppo del Pd in Commissione Cultura -che chiedeva chiarimenti in merito alle posizioni espresse dall’Europa, ha ribadito l’indicazione espressa dal Consiglio dei ministri della Cultura della Ue, vale a dire costringere la “Commissione e l’Ecofin a confrontarsi con un’indicazione molto precisa: l’impegno è a promuovere la lettura come strumento per diffondere il sapere, incoraggiare la creatività, sostenere l’accesso alla cultura e la diversità culturale e sviluppare la consapevolezza dell’identità europea, affrontando il tema delle diverse condizioni applicate ai libri elettronici e ai libri di stampa”.
Ed ha aggiunto: “In ogni caso, la decisione del Parlamento italiano sarà una forte sollecitazione perché si vada in quella direzione”. Come si può leggere nel resoconto stenografico dell’Assemblea, riportato da Flavia Nardelli, vice presidente vicario della Commissione Cultura. Questo significa che se l’Ecofin deciderà di non equiparare l’Iva, l’Italia, in compagnia di Francia e Lussemburgo, incorrerà nella procedura di infrazione.
E se da una parte non posso che appoggiare la battaglia del ministro Dario Franceschini, dall’altra mi chiedo: cosa porteremo a casa dal semestre di Presidenza italiana se non otterremo nemmeno questo “piccolo” risultato? Abbiamo iniziato il semestre con grandi proclami ed enunciazioni, ed ora quando manca solo una manciata di giorni alla sua conclusione, cosa ci racconteranno Matteo Renzi e gli altri ministri?
Eppure, sono convinta, che allo scadere del semestre di Presidenza il nostro premier non mancherà di elencare una molteplicità di traguardi raggiunti, anche se questo per un osservatore attento avrà poco riscontro nella realtà.