Le Olimpiadi invernali Torino 2006 hanno lasciato una pesante eredità. Sono stai costruiti ex novo diversi impianti e ammodernate altre infrastrutture per una spesa di oltre 3 miliardi di euro, ma alcuni di questi impianti sono chiusi e in stato di abbandono. Tra Cesana e Prageato, in alta val di Susa, sono arrivati quasi 100 milioni di euro per la pista di bob e il trampolino dello ski dumping. Entrambe le strutture sono chiuse da anni. “Già al momento della costruzione -spiega Paolo Terzolo vicesindaco di Oulx– si sapeva che quegli impianti non sarebbero stati utilizzati dopo le Olimpiadi”. Terzolo, oltre a essere un amministratore e uno dei progettisti che lavorò alla realizzazione del trampolino olimpico. Nel capoluogo piemontese la situazione non cambia. Negli anni il villaggio olimpico, una ventina di palazzine che hanno ospitato gli atleti, è passato di mano più volte. Diversi edifici sono stati abbandonati: l’intonaco è venuto giù e si notano anche i segni di cedimento strutturale. Da circa due anni una parte delle palazzine sono state occupate da 500 migranti. Accanto a questi edifici ci sono le Arcate, centro nevralgico del villaggio Olimpico, dove c’erano gli uffici, ora sono abbandonate. Il costo del villaggio e della passerella, che lo collega al ex fabbrica Fiat del Lingotto, ora un centro commerciale, è stato di oltre 140 milioni di euro
di Cosimo Caridi

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