Cinema

Virna Lisi morta, doveva essere l’erede di Marilyn ma fuggì da Hollywood

Voce roca spesso doppiata in gioventù, o almeno fino agli ottanta, l’anconetana Lisi (Pieralisi all’anagrafe) è già sotto contratto cinematografico a 14 anni ma esordisce ufficialmente nel ’53 sul set di Cinecittà in …E Napoli canta! assieme a Carlo Giuffré

di Davide Turrini

Doveva essere l’erede di Marlyn e giusto per qualche indeciso agente non lo diventò. Virna Lisi, morta di malattia nella notte tra il 17 e il 18 dicembre 2014 a 78 anni, è stata attrice sobria e misurata, riconosciuta perfino a livello hollywoodiano, ma forse ancor di più donna dalla bellezza raffinata e allo stesso tempo mozzafiato. Difficile comprendere come Nino Manfredi nel primo episodio diretto da Dino Risi ne Le Bambole (1964) rinunci così presto a fare l’amore con lei nel salotto di casa. La Lisi seriosa e conturbante, con una vestito sottile nero che le scopre schiena e gambe, infine attaccata al telefono (l’episodio si intitola La telefonata) per rispondere improvvisamente alla madre, viene come scartata per la prima giovincella dirimpettaia anch’essa discinta intenta a fare i lavori di casa. Quanto Risi avesse capito la crisi e l’impotenza sessuale del maschio contemporaneo in una sequenza del genere forse nessuno se n’era mai accorto; ma era la presenza elegante e magnetica di quella ragazza all’epoca 28enne a mettere per contraltare in risalto il fallimento intimo del protagonista.

Attrice sobria e misurata, riconosciuta perfino a livello hollywoodiano, e donna dalla bellezza raffinata e allo stesso tempo mozzafiato

Voce roca spesso doppiata in gioventù, o almeno fino agli ottanta, l’anconetana Lisi (Pieralisi all’anagrafe) è già sotto contratto cinematografico a 14 anni ma esordisce ufficialmente nel ’53 sul set di Cinecittà in …E Napoli canta! assieme a Carlo Giuffré. Seguono almeno una dozzina di parti in opere minori ma popolari come Il cardinale Lambertini di Giorgio Pastina (1954), ma è con La donna del giorno (1956) di Francesco Maselli che assurge al ruolo di star nazionale. Nel film interpreta Liliana, un’indossatrice finita in ospedale dopo essere stata rinvenuta svenuta in un fosso che decide di approfittare della sua temporanea “popolarità” derivata dal fatto di cronaca per accusare senza scrupoli tre uomini che l’avrebbero violentata, ricevendo improvvisamente numerose e danarose offerte di lavoro.

Ancora qualche particina comica, uno spot tv di un dentifricio che contagia molti italiani, e arriva il successo di critica e d’autore con Signore & Signori (1966) di Pietro Germi, trionfo a Cannes, dove Lisi interpreta la cassiera del bar della piazza e fa girare la testa a Gastone Moschin: “Mi dispiace molto. Sono notizie che non vorrei mai sentire”, racconta al fattoquotidiano.it Moschin. “Quel set fu molto importante per me e per lei, ma come tutti i set fu un momento, un attimo. La vita è un’altra cosa e Virna era molto riservata e legata alla sua famiglia”. Il film di Germi è il trampolino di lancio per un contratto hollywoodiano con la Paramount.

Dopo qualche particina comica arriva il successo di critica e d’autore con Signore & Signori (1966) di Pietro Germi, trionfo a Cannes 

Trasferitasi bagagli, marito e figli a Los Angeles lavora da prima donna con grandi attori come Jack Lemmon, Tony Curtis e Frank Sinatra, ma di fronte al ruolo di Barbarella (che poi sarà di Jane Fonda ndr) nicchia e lascia perfino gli Usa: “Dissi di no”, ha raccontato recentemente la Lisi, “spiegai che io con quelle ali d’argento proprio non mi ci vedevo”. Il ritorno in Italia è costellato di film con Zampa, Bolognini, Tessari, Lizzani, Fulci e Cavani, ma non di rado riappare oltreoceano come nel bizzarro Barbablù di Edward Dmytryk (1972) assieme a Richard Burton, per uno script firmato anche dalla giornalista Maria Pia Fusco.

“Dissi di no a Barbarella… spiegai che io con quelle ali d’argento proprio non mi ci vedevo” 

Altri due i periodi d’oro: la fine anni settanta e l’inizio degli ottanta dove interpretata una prostituta ne La Cicala di Alberto Lattuada (“Non mi voleva dare la parte e mi diceva: “gli americani non ci crederanno mai”, poi mi vide con il trucco e il coulisson che mi allargava e si convinse”) e il cult comico dei Vanzina, Sapore di Mare (1983) dove interpreta la bella Adriana Balestra, moglie del cumenda milanese Nicheli, che viene scambiata per una ninfomane dal gruppetto dei ragazzotti protagonisti tra cui Jerry Calà. Poi gli anni novanta con La regina Margot (1994) che le fa vincere la Palma d’Oro per la migliore attrice per l’interpretazione di Caterina de Medici, gli sceneggiati tv e il sodalizio con Cristina Comencini per la quale ha recitato in Il più bel giorno della tua vita (2002), nell’adattamento del celebre romanzo di Susanna Tamaro, Va dove ti porta il cuore (1996), e con cui aveva lavorato nell’ultimo Latin Lover, già in post produzione. 

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